Roma – La catastrofe sismica che ha colpito nelle scorse ore Turchia e Siria, a causa della quale già si cominciano a contare migliaia di vittime, e le immagini della distruzione di interi edifici, alcuni anche di enorme interesse storico-culturale, ha bruscamente riportato in primo piano il tema della prevenzione antisismica delle costruzioni. Soprattutto nel nostro che è un Paese caratterizzato dalla estrema bellezza unita alla fragilità del proprio patrimonio storico, artistico e culturale, e purtroppo fortemente interessato dai terremoti.
Di fronte a questa nuova e immane tragedia, la Rete Professioni Tecniche, che raggruppa nove professioni tecniche impegnate nel campo delle costruzioni e delle infrastrutture, è costretta a ricordare che un completo Piano di prevenzione sismica, elaborato dalle professioni tecniche, fu presentato per la prima volta, al Governo dell’epoca, nel Professional Day del 1 marzo 2012.
Esso è stato successivamente più volte aggiornato, anche per i contributi di numerose altre associazioni ed enti pubblici interessati, e migliorato al fine di mettere in sicurezza il nostro costruito in un periodo medio-lungo, ma purtroppo ad oggi non ha visto una significativa ed efficace attenzione da parte delle istituzioni. Col risultato che oltre 12 milioni di edifici in Italia restano a rischio sismico.
La previsione dei bonus edilizi, che mette a disposizione importanti incentivi, ha offerto un’opportunità, ma i tempi brevi concessi, le incertezze normative, le problematiche sui temi urbanistici ed edilizi, le difficoltà di intervento nei condomini, i rischi di interruzione dell’incentivo hanno creato molte difficoltà nell’applicazione concreta ed efficace. Infatti, secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, i bonus sismici hanno fatto registrare importi pari ad appena un decimo rispetto a quelli del Superbonus 110%, segno che la messa in sicurezza del nostro patrimonio edilizio procede con estrema lentezza, anche a causa della mancata semplificazione delle procedure.
Né ha fatto passi in avanti l’istituzione del Fascicolo del Fabbricato, altro punto importante nel Piano di Prevenzione sismica, strumento che consentirebbe di avere informazioni sulla storia tecnica, la manutenzione, la classificazione energetica e sismica delle nostre case. Esso determinerebbe, con la conoscenza diffusa dello stato di sicurezza sismica degli edifici, di rendere conveniente gli interventi di prevenzione in quanto ne determinerebbe un elemento importantissimo di valutazione. D’altra parte, non si comprende perché nelle compravendite di unità immobiliari sia obbligatoria la certificazione energetica, e non si pensi che sia maggiormente necessaria la classificazione sismica.