ROMA – In occasione della giornata internazionale della donna è stato elaborato e consultabile online un report dalla Direzione centrale della polizia criminale, ufficio interforze Dipartimento della pubblica sicurezza. Si tratta di un’analisi approfondita sul tema attraverso le informazioni presenti nelle banche dati delle Forze di polizia e da quelle fornite dall’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad), che si occupa dei crimini dell’odio e di tutte le forme di violenza che colpiscono una donna in quanto tale.
Dietro ai numeri, l’impegno quotidiano nella prevenzione e nel contrasto di ogni forma di violenza contro le donne. Un fenomeno complesso, che ha radici culturali antiche, che richiede una strategia globale e una pluralità d’interventi. In tale ottica, alla responsabilità delle Forze di polizia si affianca l’impegno della magistratura, il lavoro di tutte le istituzioni pubbliche e delle associazioni nella tutela delle vittime, il coinvolgimento delle agenzie educative, prime fra tutte la famiglia e la scuola.
Per avere una più chiara percezione del fenomeno, un’analisi specifica deve essere dedicata in primo luogo ai cosiddetti “reati spia”, ovvero delitti che sono ritenuti i possibili indicatori di una violenza di genere: sono ritenuti tali, gli atti persecutori, i maltrattamenti contro familiari e conviventi e le violenze sessuali.
L’andamento generale di tali reati commessi nelle annualità 2019-2022 rileva che, per gli atti persecutori e i maltrattamenti contro familiari e conviventi, dopo un trend in progressivo e costante incremento, nel 2022 si registra, invece, un significativo decremento. Diversamente dalle violenze sessuali che a fronte di un decremento nel 2020, rispetto all’anno precedente, registra un incremento nel biennio successivo.
Per quanto attiene alle vittime delle fattispecie di reato monitorate nel periodo in esame, l’incidenza delle donne sul totale si mantiene pressoché costante, attestandosi intorno al 75% per gli atti persecutori, tra l’81 e l’83% per i maltrattamenti contro familiari e conviventi e con valori che oscillano tra il 91 e il 93% per le violenze sessuali.
Un approfondimento sulle vittime evidenzia che nel 2022, in linea con il passato, continuano a risultare predominanti quelle di genere femminile (74%). Di queste, il 96% sono maggiorenni e l’88% è di nazionalità italiana.
Un trend in evidente crescita si registra, inoltre, per la violenza sessuale. Dal 2020, anno nel quale si è registrato il dato minore (4.497), l’incremento è stato significativo e si è attestato, nel 2022, a 5.991 eventi. Nell’ultimo anno resta, invece, sostanzialmente stabile l’efficacia dell’azione investigativa, con una percentuale di casi scoperti che si attesta al 61% (+4% sul 2021). Il progressivo aumento delle denunce da parte delle vittime di violenza sessuale riflette una maggiore fiducia nei confronti delle Istituzioni, ma anche una preparazione sempre più accurata del personale delle Forze di polizia.
La complessità del fenomeno della violenza di genere richiede una sempre più efficace collaborazione da parte delle istituzioni. In questo senso, si rivela prezioso il contributo del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che, attraverso la predisposizione di un piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne, mira a sensibilizzare sul tema la collettività e gli organi di informazione, rafforzare l’assistenza e il sostegno alle vittime di violenza e ai loro figli, nonché a formare tutte le professionalità che assumono un ruolo di rilievo in questo settore