Roma – Dal punto della situazione sull’imposta minima globale ai risultati del progetto “Funzionari fiscali senza frontiere”, dallo scambio automatico di informazioni al nuovo standard globale di contrasto alla criminalità tributaria. Il report periodico presentato dal segretario generale dell’Ocse al G20 e ai governatori delle banche centrali, riuniti in India lo scorso febbraio, mette insieme le numerose tessere di un puzzle dal quale emerge l’immagine di un’Organizzazione sempre più centrale nella costruzione di una “impalcatura fiscale” condivisa su scala globale.
Funzionari senza frontiere, 1,7 miliardi dalla cooperazione con l’Undp
Uno dei capisaldi dell’Ocse in materia fiscale è il supporto alle amministrazioni fiscali dei Paesi in via di sviluppo attraverso progetti come Tax Inspectors Without Borders, realizzato in collaborazione col Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (Undp). Un’iniziativa che a oggi coinvolge 54 giurisdizioni. Al 30 giugno del 2022 – si legge nel documento – i programmi TIWB ha consentito di recuperare 1,7 miliardi di dollari di entrate aggiuntive e 3,9 miliardi di imposte accertate in Africa, Asia, nell’area del Pacifico e dei Caraibi, nell’Europa orientale e in America Latina. Uno dei prossimi obiettivi del progetto TIWB sarà l’implementazione della Global Minimum Tax nei Paesi in via di sviluppo.
La Global Minimum Tax è realtà
Per quanto riguarda il secondo Pilastro – afferma il report – la Global Minimum Tax è ora realtà con tutti gli Stati membri dell’Unione Europea, Paesi come il Regno Unito, la Svizzera, il Giappone, la Corea del Sud, Singapore e molti altri che fanno passi avanti nel procedimento legislativo. Dalla imposta minima globale sui gruppi multinazionali con fatturato globale superiore a 750 milioni di euro (prevista sul cosiddetto “Secondo Pilastro”) sono attese entrate attorno ai 220 miliardi di dollari statunitensi, circa 70 miliardi in più rispetto alle stime iniziali.
Passi in avanti nello scambio automatico di informazioni
Il documento fa il punto della situazione anche in materia di scambio automatico di informazioni (Aeoi). L’attuazione globale dello Standard Eoi continua a produrre risultati molto significativi. Il 99% dei Paesi impegnati ad avviare questo tipo di scambi lo ha fatto. Nel 2021 sono state scambiate informazioni su 111 milioni di conti finanziari. Anche in questo caso l’Ocse “porta a casa” un risultato numericamente significativo, con l’identificazione da parte del fisco di oltre 114 miliardi di euro fra tasse, sanzioni e interessi.
La lotta contro i crimini fiscali attraverso un nuovo standard globale
Sul fronte della cooperazione internazionale nel contrasto ai crimini fiscali il punto di riferimento per l’Ocse è la “Raccomandazione sui dieci principi globali per la lotta alla criminalità fiscale”, approvata dal Consiglio dei Ministri dell’Organizzazione nel giugno del 2022. Questa raccomandazione – chiarisce il report presentato al G20 – offre il primo standard globale completo in materia di contrasto ai reati tributari, attraverso l’individuazione delle dieci fondamentali strutture giuridiche, istituzionali, amministrative e operative necessarie per prevenire efficacemente, rilevare, indagare e perseguire i reati fiscali e recuperare i proventi di quei crimini.
Il report ricorda, inoltre, il ruolo rappresentato dall’Accademia Internazionale dell’Ocse per l’Investigazione sul Crimine Fiscale e Finanziario nel contrasto ai reati tributari e ai flussi finanziari illeciti. I risultati di una recente valutazione dell’Accademia – si legge nel report – dimostrano gli effetti positivi di questa struttura di formazione, con un più incisivo contrasto dei reati finanziari da parte degli investigatori e delle loro organizzazioni e giurisdizioni. Nel corso di 10 anni di attività, l’Accademia ha “addestrato” oltre 2.500 persone.