Grande attesa a Torino per la personale Parallel Worlds di Claudio Napoli

Torino – La mostra personale Parallel Worlds di Claudio Napoli inaugura, alla galleria Febo e Dafne di Torino, giovedì 27 aprile alle ore 18.30. L’artista è stato premiato con il David di Donatello nel 2006 per gli effetti visivi digitali. Dal 2010 Claudio Napoli si dedica a progetti che declinano fotografia digitale, video, postproduzione. In questa mostra l’artista introduce anche l’utilizzo di algoritmi neurali e generative-art per creare opere visive che siano il risultato di una collaborazione tra l’artista e il computer. Il concetto di mondi paralleli è l’ipotesi che ci possano essere universi alternativi, in cui la realtà esiste in modo differente rispetto a come la conosciamo. Questa teoria è stata esplorata in molte opere di fantascienza, ma anche in filosofia e fisica teorica.
Parallel World è la scomposizione caleidoscopica di mondi paralleli ed architetture mentali, che partono da una serie di scatti catturati dall’ambiente urbano reale, trasformato in istantanee geometriche. Edifici, strade e palazzi costituiscono l’ambiente artefatto che l’essere umano ha creato intorno a sé. L’umanità ha talmente immerso le proprie vite all’interno dell’elemento urbanizzato al punto da percepirlo come naturale. L’ambiente antropizzato è ridotto, nelle foto di Claudio Napoli, a moduli essenziali. L’artista sceglie uno o più dettagli e li rielabora digitalmente fino a farne perdere l’attinenza al dato reale. Da uno o più moduli, poi, ricompone una nuova architettura immaginaria, ma legata comunque a quel punto di partenza reale. Prendono così corpo nuove strutture, paesaggi, ambientazioni che dall’onirico sfiorano il futuribile. Il meccanismo mentale che agisce per scegliere il dettaglio è lo stesso in grado di ricreare una realtà alternativa, parallela, poiché possibile o probabile, se pur non immediatamente rintracciabile ad occhio nudo.
Tante sono le citazioni cinematografiche a cui attinge Napoli come, in particolare, le pellicole Inception ed Interstellardi Christopher Nolan. Così come l’estetica delle sue opere fa riferimento all’immaginario Cyberpunk di autori come Philip K.Dick, in cui la fantascienza si innesta nel gusto vintage di un futuro già vissuto, scevro quindi da un sentire positivista in cui il progresso è sinonimo di miglioramento perpetuo.
In Claudio Napoli non c’è sintesi e non c’è soluzione. Lui consegna i tasselli con cui la nostra mente può scomporre la realtà e al fruitore è assegnato altresì il compito di riassemblarla. Nelle serie dei componibili Napoli fornisce al fruitore 10 moduli da assemblare liberamente, idealmente in 3 file di 3, il fruitore non solo dovrà decidere in che maniera disporre i moduli, ma ne riceve anche uno in più, in modo da dover compiere l’ulteriore scelta di escluderne uno. Scelta, in ogni caso, che non va mai intesa come definitiva, poiché i moduli sono sempre riassemblabili liberamente.
Reale-virtuale, oggettivo-soggettivo, naturale-artificiale, sono tanti i temi citati nella ricerca di Claudio Napoli, tanto più attuali quanto lo è lo sguardo di un professionista allenato da sempre a giocare con le possibilità che apre l’utilizzo del digitale nella produzione di immagini. Artista perfettamente a suo agio nel fornirci una versione tridimensionale del suo personale metaverso, poiché, a quanto pare, il futuro, oltre a perlustrare lo spazio reale al di là dei confini della nostra orbita, viaggia in direzione di una dimensione in cui la sovrapposizione dei piani del reale coincide con l’utilizzo sempre più quotidiano di intelligenze artificiali e realtà aumentate.

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