Scienza di frontiera – I Buchi Neri potrebbero essere dei portali spaziotemporali?

EDITORIALI – Lo sguardo va oltre il confine dei cieli chiusi e si proietta nell’oltre, verso il vasto oceano macrocosmico dello spazio profondo e cosa c’è lì, l’ignoto? Quanto conosciamo noi dell’universo ? Forse l’1 %, considerando che in proporzioni la nostra stella è un atomo rispetto alla Via Lattea o forse poco più e la nostra galassia è una tra le miliardi di miliardi di bilioni di galassie nell’universo a noi conosciuto e mappato attraverso il grande lavoro che sta continuando a fare il telescopio “James Webb Space Telescope”della NASA, il più avanzato mai costruito.

Così chiamato in onore del primo amministratore dell’agenzia spaziale americana, è il più avanzato telescopio spaziale a raggi infrarossi mai realizzato, nonché il più grande e più costoso. In termini di prestazioni e possibilità scientifiche rappresenta un vero e proprio salto generazionale rispetto agli altri telescopi che abbiamo messo nello spazio negli anni e nei decenni passati: grazie alla sua tecnologia di progettazione avanguardista potrà ampliare la nostra conoscenza dell’Universo, già intrapresa da Hubble, dal quale si differenzia per caratteristiche e capacità.

Il suo occhio ne ha viste di cose, tra nebulose, stelle, pianeti, asteroidi, raggi cosmici e buchi neri. A proposito sapevate che al centro della nostra galassia c’è un enorme buco nero che potrebbe risucchiarla interamente? Tranquilli non può avvenire per ora perché c’è ‘equilibrio elettromagnetico dato dal buco e dalla distanza dalle altre stelle vicine, permettendo loro di orbitargli attorno senza pericolo, tuttavia fino a quando questo equilibrio collassa e si rompe. 

Ma cos’è un buco nero ? In astrofisica, un buco nero è un corpo celeste con un campo gravitazionale così intenso (ovvero, una regione dello spaziotempo con una curvatura talmente grande) che dal suo interno non può uscire nulla, nemmeno la luce essendo la velocità di fuga superiore a c.

Il buco nero è il risultato di implosioni di masse sufficientemente elevate. La gravità domina su qualsiasi altra forza, determinando un collasso gravitazionale che tende a concentrare lo spaziotempo in un punto al centro della regione, dove è teorizzato uno stato della materia di curvatura tendente a infinito e volume tendente a zero, chiamato singolarità.

Il limite del buco nero è definito orizzonte degli eventi, regione che ne delimita in modo peculiare i confini osservabili.  La sua presenza si rivela solo indirettamente mediante i suoi effetti sullo spazio circostante: le interazioni gravitazionali con altri corpi celesti e le loro emissioni, le irradiazioni principalmente elettromagnetiche della materia catturata dal suo campo di forza.

Proviamo ora a liberare l’immaginazione creativa ed intelligente, sappiamo che questo pozzo profondo spaziale non lascia scampo a nessuno, ma se non fosse cosi? Cosa avviene al centro in verità non lo sappiamo, se prendessimo per ipotesi che l’universo si comporta come un fluido di vari gradi di luce, il cui aspetto nero non è altro che una bassa e distesa onda luminosa, possiamo fare dei paragoni con l’acqua, così il macro così il micro, recita il motto ermetico. Possiamo notare come nell’acqua dei fiumi o dei mari, laghi si vengono a creare dei mulinelli, vortici roteanti con movimento a spirale discendente causati da incrocio di correnti di sensi opposti.

Se gettiamo qualcosa al loro interno, l’oggetto dapprima rotea verso il basso e poi infine viene rilasciato. Seguendo l’analogia, allo stesso modo potrebbe avvenire nello spazio. Se il buco nero fosse un portale spaziotemporale? Non è un’ipotesi da scartare. In quel punto infatti lo spazio tempo vien curvato e potrebbe congiungere distanze tra punti anni luce molto distanti?  

La mente si libera e la riflessione induce alla comprensione, cosa ci circonda, chi siamo? come tutte le cose sono in relazione, una con l’altra? Man mano che che le ricerche avanzano sempre più si scopre essere un tutt’uno e come l’essere umano è proprio la manifestazione di tutto ciò che esiste, dal materiale al metafisico.

Ad esempio le ossa sono collegate al regno minerale poiché ne costituisce la struttura, il sistema cardiocircolatorio al regno vegetale, come anche la correlazione tra gli alberi e i polmoni ai broccoli, il cervello alla noce e la rete neurale al sistema di connessione galattico ecc.. ci potremmo dilungare all’infinito, tutto ciò che esiste è espresso come matriosca, come frattale, gli scienziati potrebbero intuire queste grandi rivelazione ed in parte lo stanno facendo, sicuramente in futuro la teoria del tutto sarà più chiara alle nostre piccole ma affascinanti menti, specchio e strumento di conoscenza della luce che le attraversa. 

 

 

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