L’Agenzia delle entrate e l’Internal revenue service, la corrispondente autorità statunitense, proseguono la proficua collaborazione – avviata ormai da quasi un decennio – nella conclusione di Bilateral advance pricing arrangements (Bapa) e nella definizione di Mutual agreement procedures (Map), ai sensi della Convenzione bilaterale contro le doppie imposizioni tra Italia e Stati Uniti. L’incontro di Roma segue quello svoltosi precedentemente a Chicago, oltre che i continui confronti e scambi tra le due amministrazioni fiscali, da ultimo in occasione del convegno tenutosi a Milano lo scorso 27 marzo
Ciò a testimonianza di un impegno e di un lavoro costanti, ove l’obiettivo comune è quello di mantenere inalterate le ottime relazioni sviluppate negli anni e convalidare un metodo di lavoro e una prassi condivisi, per garantire ai contribuenti regimi fiscali internazionali certi e accettati.
Le giornate si sono svolte all’insegna di un mutuo scambio e di reciproci condivisione e riconoscimento di comuni valori, anche alla luce della intensa e fattiva fase preparatoria, propedeutica ai negoziati.
Gli uffici direttamente coinvolti nella partecipazione alle giornate di lavoro sono stati l’Advance pricing and mutual agreement program (Apma), per l’Internal revenue service, e l’ufficio Risoluzione e prevenzione delle controversie internazionali, della Dc Grandi contribuenti e Internazionale, per l’Agenzia delle entrate.
Tra i partecipanti, Monalissa Caimcross e Jessica Cerepa, rappresentanti dell’Internal revenue service americana, e per l’Agenzia Gaetano Scala, capo settore Controllo e Simone Di Vaia, capo ufficio Risoluzione e prevenzione delle controversie Internazionali.
La corposa agenda degli incontri ha riguardato la discussione di numerose istanze di gruppi multinazionali volte alla determinazione dei prezzi di trasferimento in conformità all’arm’s lenght principle, in via preventiva nel caso di Bapa, e per intervenire (ove possibile) a risolvere la doppia imposizione internazionale nel caso di Map.
I gruppi multinazionali interessati sono rappresentativi delle industry per cui tipicamente i mercati italiano e statunitense rappresentano degli sbocchi connessi e strategici: fashion & luxury, food & beverage, IT, automotive components.
Al termine delle giornate di lavoro sono stati conclusi dieci accordi preventivi bilaterali e definiti sei casi (ai fini statistici Ocse) di procedure amichevoli: frutto di collaborazione e costruttivo dialogo tra le Amministrazioni fiscali e tra queste ultime e i contribuenti.