Roma – FNOPI (Federazione nazionale ordini delle professioni infermieristiche) e ANIMO (Associazione nazionale infermieri di medicina) proseguono il confronto sul tema della valorizzazione infermieristica in area medica. Un’area da rendere più attrattiva anche mediante un adeguato riconoscimento economico della (elevata) professionalità, il corretto adeguamento quali-quantitativo dello staffing infermieristico e il superamento di vecchie logiche culturali e organizzative che non prevedono specializzazioni in questo ambito.
Uno dei setting ospedalieri più impegnativi e strategici nello scenario attuale perché principale snodo del percorso di gestione della cronicità.
In quanto principale elemento di interfaccia e continuità tra ospedale e territorio sia in fase di dimissione ospedaliera che di gestione dell’afflusso nei pronto soccorso e a fronte di una complessità assistenziale elevata, stante le caratteristiche cliniche e sociali delle persone assistite, l’area medica richiede sempre più elevati livelli di competenza e specializzazione. La medicina interna non deve essere più considerata “specialità di base” negli ospedali, ma una “specialità fondamentale”.
FNOPI e ANIMO, rappresentate rispettivamente dalle presidenti Barbara Mangiacavalli e Letizia Tesei, già nell’aprile del 2022 avevano messo nero su bianco, in un documento congiunto, la necessità di sviluppare, all’interno delle medicine, modelli organizzativi avanzati basati sulla logica di gestione per processi, l’adeguamento quali-quantitativo dello staffing e la diversificazione di livelli di competenza, prevedendo la figura dell’infermiere specialista con laurea magistrale ad indirizzo clinico in area medica; un infermiere esperto clinico formalmente riconosciuto che gestisca il percorso assistenziale intraospedaliero ed orienti e sostenga la transizione di cura verso il domicilio. (fonte FNOPI)