Livello dei mari, pubblicato studio dalla Isotech di Cipro

Uno studio condotto tra il 2019 e il 2022 ha rivelato una diffusa mancanza  di consapevolezza dell'aumento del livello del mare tra gli stakeholder costieri del Mediterraneo 

ROMA – Valutare la sensibilità dei cittadini e delle istituzioni pubbliche e private alla percezione dell’aumento del livello del mare, nonché esaminare le azioni intraprese o pianificate da questi attori per affrontare la sfida: questo l’obiettivo dello studio “Adapting to sea level rise: participatory, solution-oriented policy tools in vulnerable Mediterranean areas”, condotto dalla ISOTECH di Cipro nell’ambito del progetto europeo Savemedcoast2, coordinato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) sotto l’egida della Protezione Civile Europea.

L’indagine è stata realizzata dal 2019 al 2022, in particolare in Spagna, Grecia, Italia (Venezia e Basento) e Cipro, coinvolgendo una selezione di stakeholder provenienti da differenti settori sociali ed economici, attraverso interviste mirate e incontri specifici, allo scopo di valutare il loro grado di sensibilizzazione al problema e la loro predisposizione ad affrontare le conseguenze dell’aumento del livello marino sulle aree costiere e sulle relative infrastrutture presenti nelle zone di loro interesse.

I risultati dello studio, che si è avvalso di un Decision Support System DeCyDe-4-SLR appositamente realizzato dal partner cipriota della Environmental Research and Consultancy (ISOTECH) per fornire supporto agli stakeholder per facilitarli a decidere azioni di prevenzione e prendere misure per proteggere le loro coste dall’aumento del livello marino ed eventi estremi come inondazioni e mareggiate, hanno rivelato che molti degli stakeholder intervistati presentavano una scarsa consapevolezza del problema” afferma Marco Anzidei, ricercatore dell’INGV e coordinatore del progetto SaveMedCoasts2. “In generale, questi erano a conoscenza del fenomeno dei cambiamenti climatici ma non avevano collegato tali fenomeni all’aumento del livello del mare. La mancanza di percezione e comprensione su questo specifico effetto legato al riscaldamento globale, è particolarmente evidente tra le figure politiche. Tuttavia, queste spesso si concentrano su orizzonti temporali molto limitati legati alla durata del loro mandato, in contrasto con i tempi necessari per affrontare questo problema”.

L’aumento del livello del mare è un problema di portata globale che coinvolge circa un miliardo di persone in tutto il mondo, di cui circa 400.000 soltanto nella regione mediterranea.

I danni socio-economici prodotti da questo fenomeno hanno impatti significativi su molte zone della Terra. Pertanto, è essenziale che gli stakeholder costieri acquisiscano una maggiore consapevolezza del fenomeno in atto per adottare fin da subito azioni concrete rivolte alla difesa e alla protezione delle comunità e delle infrastrutture costiere, preparandosi immediatamente ad affrontare i prossimi cambiamenti.

Dopo avere individuato e analizzato il livello di consapevolezza tra gli stakeholder”, prosegue Anzidei, “lo studio si è concentrato sulla informazione e comprensione delle cause, degli effetti e sulle possibili soluzioni da adottare alle zone di rispettiva competenza. Tra i processi individuati, la politica climatica globale è emersa come un fattore chiave e indispensabile per affrontare il problema. 

Per esempio, gli accordi di Parigi del 2015 sulla riduzione delle emissioni dei gas serra sono un importante strumento per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 gradi Celsius, sebbene non vengano rispettati da tutti i Paesi aderenti al Trattato. Tuttavia, per fronteggiare l’avanzamento del livello marino, l’erosione costiera e l’arretramento della costa è necessario esplorare soluzioni anche a livello locale che possano andare oltre le tradizionali costruzioni di barriere, come dighe e sistemi mobili (es. il MoSE a Venezia), includendo sviluppi naturali, come l’incremento della vegetazione costiera che in sè, è capace di frenare l’erosione marina senza impattare sull’ambiente naturale”.

Una tra le principali richieste degli stakeholder è stata la necessità di disporre di sistemi capaci di visualizzare gli scenari attesi nel prossimo futuro. Per rispondere a questa esigenza, i ricercatori del Centro di Geomorfologia Integrata per l’Area del Mediterraneo (CGIAM), partner del progetto, hanno sviluppato strumenti specifici per la mappatura e la consultazione delle coste studiate che consentono di visualizzare gli effetti attesi e l’eventuale estensione delle aree maggiormente soggette ad essere allagate dal mare nei prossimi anni per i differenti scenari climatici indicati dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change). Questi strumenti, basati su tecniche di analisi territoriali webGIS e proiezioni climatiche con dati ad alta risoluzione, saranno a breve disponibili sul sito Savemedcoast2. Con essi gli stakeholder potranno visualizzare le proiezioni future delle zone costiere e prendere decisioni consapevoli per mitigare i possibili impatti ambientali e socioeconomici dell’aumento del livello del mare su zone specifiche, basate sui dati scientifici.

Lo studio, avendo messo in evidenza le lacune e le necessità degli stakeholder su questo specifico problema, costituisce un passo fondamentale per affrontare con maggiore razionalità e consapevolezza l’aumento del livello marino nel Mediterraneo. Infatti, data la fragilità delle sue coste, diviene essenziale che tutti gli stakeholder, compresi i decisori politici, comprendano l’urgenza e l’entità del problema per intraprendere azioni immediate per mitigare gli effetti già in corso. Solo attraverso un impegno collettivo e una consapevolezza diffusa nella popolazione potremo garantire la protezione delle nostre coste e delle nostre comunità costiere dall’impatto sempre crescente dell’aumento del livello del mare e dei rischi a questo collegati”, conclude Marco Anzidei.

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