Hirashima Maeda, un veridico estimatore della consuetudine e del gioco d’azzardo, fa della sua vita una costante, intera scommessa. Ma quando l’incombente imprevedibilità, da lui perennemente e boriosamente ignorata, paleserà dinanzi a quelle iridi inavvedute e supponenti la partita più ardua da trionfare, tutto muterà drasticamente.
Quando si è sviluppata l’idea di Come cenere nel vento?
“Nel marzo del 2020 stavo vivendo un periodo personale particolarmente impervio e così, presagendo la costante e virulenta necessità di liberarmi da tutti quei pensieri negativi, decisi di rivivificare il mio ardore per la scrittura, rimasto accantonato per un tempo indistinto e prolungato.
Non avevo per nulla pianificato una stesura per un racconto, tuttavia, inaspettatamente, man mano che scrivevo, oltre a sbrigliarmi da tutta quella tristezza, donavo, senza nemmeno accorgermene, vita a quelle stesse parole ed emozioni, comportando in seguito la concretizzazione di Come cenere nel vento“
Non avevo per nulla pianificato una stesura per un racconto, tuttavia, inaspettatamente, man mano che scrivevo, oltre a sbrigliarmi da tutta quella tristezza, donavo, senza nemmeno accorgermene, vita a quelle stesse parole ed emozioni, comportando in seguito la concretizzazione di Come cenere nel vento“
Bloodseas: ti va di parlare del tuo pseudonimo e perché hai deciso di usarlo?
“Non si è minimamente trattata di una scelta personale: a luglio del 2016 partecipai a un contest organizzato sulla piattaforma Wattpad e il regolamento prevedeva l’attribuzione di un nomignolo a ogni gareggiante appartenente a una specifica categoria ed io, figurata in quella horror, ottenni questo soprannome.
Da quel momento in poi, essendomene perdutamente invaghita, cominciai a farlo mio, cagionando un aprioristico alter ego: bloodseas è quella persona che attraverso la scrittura riesce a estrinsecare se stessa nella maniera più ottimale, piena e vivida possibile”.
Da quel momento in poi, essendomene perdutamente invaghita, cominciai a farlo mio, cagionando un aprioristico alter ego: bloodseas è quella persona che attraverso la scrittura riesce a estrinsecare se stessa nella maniera più ottimale, piena e vivida possibile”.
Descrivi il personaggio protagonista Hirashima e gli aspetti che lo caratterizzano
“Hirashima, data l’epoca attuale incardinata su materialismo e anodine parvenze, è sicuramente un uomo d’altri tempi: audace, tenace, capace di prendere le situazioni di petto senza mai demordere.
Questi aspetti sono solo la cornice a un dipinto d’anima verniciato di policromi di ossequiosità: una limpidezza, un’innocenza autentica che lo induce ad avvicinarsi agli altri per mero e genuino interesse umano, mai per occulta ed efferata convenienza o per timore della solitudine”.
Questi aspetti sono solo la cornice a un dipinto d’anima verniciato di policromi di ossequiosità: una limpidezza, un’innocenza autentica che lo induce ad avvicinarsi agli altri per mero e genuino interesse umano, mai per occulta ed efferata convenienza o per timore della solitudine”.
Ci sono elementi autobiografici nel romanzo?
“Inserire implicitamente qualcosa di sé attraverso i personaggi e la trama o farlo esplicitamente con un’autobiografia, penso sia consuetudine propria a ogni autore, in quanto la scrittura non si limita a palesarsi solo come una passione ma rappresenta anche il mezzo di espressione e comunicazione più icastico.
Per questo credo che, a prescindere da come la si componga, ogni storia rinserri frammenti del suo creatore pertanto, per replicare al tuo quesito, dico di sì, come ovvio e lecito che sia”.
Per questo credo che, a prescindere da come la si componga, ogni storia rinserri frammenti del suo creatore pertanto, per replicare al tuo quesito, dico di sì, come ovvio e lecito che sia”.
L’amore è sempre una scommessa nella vita di ciascuno. Come affrontano questo sentimento i tuoi personaggi?
“Ognuno di loro ha una percezione e concezione differente di esso: Hirashima, in quanto volitivo ma anche romantico, non demorde mai perché crede che per amore valga sempre la pena lottare.
Masako, viceversa, percepisce l’amore come una subdola minaccia, quella che prima inebria e poi disintegra attraverso bugie simulanti di candore ma sciorinanti di torbido, ecco perché dinanzi ad esso tende a erigere mura, scudi esosi e patrocinanti, soprattutto patrocinanti”.
Masako, viceversa, percepisce l’amore come una subdola minaccia, quella che prima inebria e poi disintegra attraverso bugie simulanti di candore ma sciorinanti di torbido, ecco perché dinanzi ad esso tende a erigere mura, scudi esosi e patrocinanti, soprattutto patrocinanti”.
Colpisce molto la storia della prostituta Masako, e i fantasmi del suo passato. Dove nasce l’idea di questo personaggio e cosa trasmette?
“L’idea nasce dal fatto che tendo sempre a rilasciare sprazzi della mia personalità in ogni personaggio che effigio, affinché il tutto risulti il più tangibile possibile.
Per quanto riguarda cosa trasmette, lascio ai lettori e a chiunque desiderasse leggere, totale libertà di interpretazione”.
Per quanto riguarda cosa trasmette, lascio ai lettori e a chiunque desiderasse leggere, totale libertà di interpretazione”.
Impieghi un linguaggio ricercato e inconsueto: parlaci di questa tua scelta stilistica
“La scelta stilistica è stata tale solo per quanto riguarda la narrazione della storia: essendo un romanzo fortemente introspettivo, dove emozioni e pensieri di ogni personaggio primeggiano e si conglobano, ho voluto appositamente alimentarli e risaltarli con aggettivazioni, utilizzo di metafore e una certa musicalità per cecare di rendere il tutto estremamente cabalistico.
Tuttavia, da come potrebbe erroneamente trasparire, non è un linguaggio inscenato, bensì posseduto e consolidato: ho sempre destreggiato un registro linguistico forbito e grazie alla scrittura, alla lettura e agli studi perseguiti è poi avvenuto un arricchimento”.
Tuttavia, da come potrebbe erroneamente trasparire, non è un linguaggio inscenato, bensì posseduto e consolidato: ho sempre destreggiato un registro linguistico forbito e grazie alla scrittura, alla lettura e agli studi perseguiti è poi avvenuto un arricchimento”.
Cosa pensi, o speri, che possa restare impresso nei lettori?
“Il messaggio che anelo diramare: surclassare le apparenze è encomiabile.
Dobbiamo andare oltre delle impressioni incipienti, soprattutto con i rapporti interpersonali perché esse, oltre a precluderci, rischiano di arginare l’evoluzione della nostra mente, rinchiudendola in mura fatte di ignoranza e frivolezza. Scoprite, spogliate, scavate a fondo. Troverete delle anime.
E qualora dovreste inerpicare in banalità, passate avanti, rammentando di preservare l’intelligenza e la maturità dell’indifferenza”.
Dobbiamo andare oltre delle impressioni incipienti, soprattutto con i rapporti interpersonali perché esse, oltre a precluderci, rischiano di arginare l’evoluzione della nostra mente, rinchiudendola in mura fatte di ignoranza e frivolezza. Scoprite, spogliate, scavate a fondo. Troverete delle anime.
E qualora dovreste inerpicare in banalità, passate avanti, rammentando di preservare l’intelligenza e la maturità dell’indifferenza”.
A quale genere appartiene il romanzo e se potessi definirlo con tre aggettivi quali useresti
“Narrativa contemporanea.
Direi introspettivo, romantico ed erotico, tuttavia, dato che questi sono solo degli aspetti primordiali, lascio anche qui libera interpretazione ai lettori, oltre che perseveranza: non lasciatevi ingannare!”
Direi introspettivo, romantico ed erotico, tuttavia, dato che questi sono solo degli aspetti primordiali, lascio anche qui libera interpretazione ai lettori, oltre che perseveranza: non lasciatevi ingannare!”