Una storia italiana. 40 anni dal rapimento Bulgari–Calissoni

Un evento interclub Rotary Club di Roma, Rotary Club Roma Appia Antica e Rotary Roma Capitale l’ha ripercorsa insieme ad uno dei protagonisti

Roma – Il Rotary Club di Roma insieme ai Rotary Club Roma Appia Antica e Rotary Roma Capitale ha voluto ripercorrere, lo scorso 21 novembre al Grand Hotel Palace di via Veneto a Roma, la nota vicenda del sequestro di Anna Bulgari e Giorgio Calissoni, a partire dal docu-crime intitolato “Ti ho visto negli occhi” prodotto da Rai Play nel 2020, a 40 anni dal rapimento.

 

Lo ha fatto insieme a Giorgio Calissoni, oggi notaio in Roma, a Vania Colasanti, giornalista, ideatrice e autrice del docu-film e a Massimo Lugli, giornalista di cronaca nera e scrittore di romanzi gialli.

Nel docu-film diretto da Andrea Menghini viene trattato per la prima volta un sequestro che fece epoca, quello di Giorgio Calissoni, rapito dalla villa di Aprilia insieme alla madre Anna Bulgari della conosciutissima famiglia di orafi e gioiellieri Bulgari, il 19 novembre di 40 anni fa. L’anno precedente era stato rapito uno zio, ci si sentiva in qualche modo immuni in famiglia. Il docu-film rievoca i 35 giorni di prigionia e terrore, fino al gesto brutale del taglio dell’orecchio al ragazzo, allora diciassettenne, e ad altri particolari inediti della tragica vicenda conclusasi con la loro liberazione dietro pagamento di un riscatto. Anna Bulgari è scomparsa, ma nel docu-crime che è a lei dedicato, Calissoni dialoga una volta di più con lei, attraverso il ricordo di quella esperienza dolorosissima vissuta insieme. Emozioni quindi, intime e drammatiche, di un rapporto madre-figlio se possibile ulteriormente cementato da quel vissuto.

La serata si è aperta con la proiezione di alcuni fotogrammi del docu-crime, con Vania Colasanti che ha introdotto la proiezione spiegando la motivazione che l’ha spinta a realizzarlo. Nel breve “spezzone” proiettato veniva riportata la toccante testimonianza dell’altra protagonista dell’episodio, Anna Bulgari. La serata è proseguita con la testimonianza di Giorgio Calissoni che ha ricordato quelle ore drammatiche in cui lui e sua madre si sostenevano e incoraggiavano a vicenda, consapevoli, con fredda lucidità, che se uno dei due fosse crollato poteva succedere il peggio. Giorgio racconta anche di aver visto in faccia uno dei rapitori (da qui nasce il titolo del film) e di aver capito subito e con prontezza d’animo che non poteva farlo capire nemmeno a sua madre se no sarebbe stata la fine. È grazie a quel riconoscimento che il rapitore è stato poi catturato e condannato a 30 anni di carcere. Massimo Lugli nel suo intervento ha fornito il contesto dell’Italia degli anni ‘70 e ‘80, con rapimenti quasi giornalieri da parte di bande e di altre organizzazioni criminali, ha ricordato quanti rapiti non sono mai più tornati a casa, o vi sono tornati riportando gravi traumi. Se quella stagione di rapimenti è finita – ha detto – è stato anche grazie alle intercettazioni e all’uso dei telefoni cellulari, che consentono una più facile e immediata localizzazione, ma, avverte, i crimini di quel genere non sono diminuiti, è solo cambiata la modalità. Si registrano infatti più episodi di rapimenti-lampo, che durano poche ore, ma che consentono alla criminalità di ottenere lauti guadagni e di rimanere impuniti perché molti di questi rapimenti non vengono nemmeno denunciati.

L’incontro si è concluso nella tradizione degli eventi conviviali Rotary  con il consueto scambio di doni e il caloroso ringraziamento da parte dei presidenti dei club organizzatori – Maria Luisa Piras del RC Roma, Alessandro Bani del RC Appia Antica e Renato Boccia del RC Roma Capitale – , ai relatori, ai numerosi ospiti intervenuti, alle autorità rotariane, ai  PDG Daniela Tranquilli, Roberto Sgambelluri e Guido Franceschetti, che con la loro presenza hanno voluto omaggiare Giorgio Calissoni, anche socio del RC Appia Antica. 

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