“Le avventure di colibrì” di Davide Trentarossi: sette racconti di amicizia, di vicinanza, di amore

Un Colibrì non più di prime piume e una giovane Farfalla vivono in una radura al confine tra una città, l’universo conosciuto e una grande foresta, l’ignoto, accomunati dall’amore per il volo e dal desiderio di scoperta. La loro quotidianità scorre tranquilla fino a quando il mare irrompe nelle loro vite con una promessa. Da quel momento, nulla sarà più lo stesso.

Sette racconti, uno per ogni giorno della settimana. Sette storie di amicizia, di vicinanza e di amoreSette storie che ci ricordano come tutti noi condividiamo questo piccolo angolo remoto del cosmo e non dovremmo mai permettere alle nostre differenze di dividerci, lasciando, al contrario, che ci uniscano.

DAVIDE TRENTAROSSI Nasce a Milano, l’8 maggio. Scopre molto tardi la passione per la scrittura. Una laurea in Ingegneria Informatica e l’amore per i viaggi lo portano a trovarsi impieghi in giro per il mondo: in un certo periodo della sua vita molti aeroporti sono stati il suo “Second Office”. Per lavoro e per piacere ha visitato moltissimi luoghi, dall’Australia al Sud America, da Mosca a Miami, senza certo tralasciare l’Europa. Ama viaggiare leggero: nel suo trolley non mancheranno mai un computer su cui appuntare le idee per un nuovo libro, l’inseparabile smartphone, per restare connesso al resto del mondo e un paio di cuffie per ascoltare la musica, un’altra sua grande passione. Se desiderate entrare in contatto, non esitate a scrivergli: d.trenta@gmail.com

Recensione

Le avventure di colibrì è un libro dalla prosa leggera, sottile, che tocca le pieghe dell’anima. Sette racconti che lasciano il segno in chi li legge. Sette (ma in realtà molte di più!) prospettive di vita che parlano dell’autore e in qualche modo anche di noi. A noi. Questo piccolo libro dai toni filosofici è un compendio di saggezza adatto a grandi e piccoli. Davide Trentarossi ha il pregio di saper trasmettere concetti profondissimi rendendoli adatti a una platea ampia, grazie alla sua narrativa semplice, scorrevole e ricca di figure.

Il piccolo e saggio colibrì è il protagonista delle storie, con lui si viaggia in luoghi nuovi, si assiste ai racconti di personaggi inediti e esperienze vissute; storie di formazione che invitano a riflettere su tante sfaccettature della vita. Un libro che, nella sua varietà tematica, trasmette con semplicità una costellazione infinita di emozioni e sensazioni. Una sfida a cogliere la semplicità e ogni attimo prezioso del nostro passaggio sulla Terra.

Colibrì è un piccolo volatile dal cuore grande, che ha visto il mondo e conosciuto tantissimi personaggi lungo il suo cammino. La sua esperienza di vita è la voce dell’autore ma ha il potere di rappresentare in qualche modo anche ciascuno di noi di fronte all’esistenza. Colibrì e i suoi amici trasmettono quanto sia importante essere pronti a volare nel momento in cui siamo chiamati a affrontare nuove sfide, nuovi cammini. A costruire nuovi spazi di libertà.

Un aspetto che affascina e piace moltissimo di Le avventure di colibrì è il significato simbolico degli elementi narrativi. Davide Trentarossi ci conduce nella foresta, che rappresenta le nostre paure, ci porta in riva al mare a guardare verso l’orizzonte delle infinite possibilità, ci culla sulle fronde degli alberi per respirare l’aria del coraggio e della libertà. Il risultato è una lettura che coinvolge i sensi e le emozioni.

Davide Trentarossi ha uno stile espressivo e confidenziale. Un linguaggio essenziale capace di incidere nel cuore di chi legge. Invita il lettore a pensare senza voler dispensare insegnamenti ma solleticando le idee con spunti che riguardano nell’intimo ciascuno di noi. L’autore sa coinvolgere con aneddoti e significative scene di vita per rappresentare l’uomo di fronte alle sfide e ai valori importanti quali la libertà, l’amore, l’accettazione, per citarne solo alcuni. In questo libro ciascuno può rispecchiarsi nei tanti personaggi presenti; figure autentiche, tridimensionali che rendono le storie avvincenti e affascinanti. Possiamo trovare attraverso di essi le risposte ai dubbi e alle perplessità quotidiane, percorrendo la via della semplicità, del coraggio, del rispetto.

Le avventure di colibrì è un libro senza età. Una lettura universale e emozionante grazie alla sua prosa piacevole, leggera, fluida. È un libro adatto ai più grandi come invito alla riflessione. È sicuramente indicato per i più piccoli per avvicinarli ai grandi temi della vita attraverso una narrativa metaforica eloquente, con stratificazioni interpretative adatte a tutte le età. Una lettura all’interno della quale ciascuno può trovare il proprio messaggio, uno spunto di meditazione sempre diverso a seconda della disposizione d’animo del momento. Le storie di Le avventure di colibrì rappresentano quel “viaggio interiore” che ciascuno di noi dovrebbe intraprendere almeno una volta nella vita.

Intervista all’autore

Buongiorno Davide, raccontaci come ti sei avvicinato al mondo della scrittura

“Per caso. Sin da ragazzo amavo leggere e inventare storie, però piattaforme come KDP di Amazon, Wattpad o YouCanPrint (giusto per citarne alcune) erano ben lungi anche solo dall’essere immaginate. Quindi l’unica via per poter pubblicare le proprie opere era quella classica dell’editoria tradizionale, ma, in tutta onestà, non ero pronto. Così mi trovai un lavoro “normale” e ci misi una pietra sopra.

Qualche anno fa però, le sere trascorse negli hotel in Europa, dove mi trovavo per lavoro, iniziarono a farmi ronzare in testa l’idea: “Perché non ci provi, Davide?”. Già da qualche anno scrivevo su alcuni blog amatoriali e, da tempo, avevo in mente la storia narrata nel mio romanzo 15 luglio; così mi decisi a metterla nero su bianco. Ancora però mi mancava il coraggio per pubblicare, così iniziai un po’ più in sordina con le prime due avventure di Colibrì: Il Colibrì e la Farfalla e La Tigre e il Pinguino. Alla fine, era solo questione di prender coraggio e rompere il ghiaccio. Oggi non riesco proprio a immaginarmi senza scrivere.”

Le avventure di colibrì è un libro con una storia particolare, ti va di raccontare la sua genesi?

Le avventure di colibrì è una raccolta di sette storie, scritte in momenti differenti e accomunate dal filo conduttore di questo piccolo volatile, che, dopo una vita trascorsa a viaggiare in giro per il mondo, decide di fermarsi. Stabilisce la sua dimora in una radura ai confini tra una foresta e una grande città. La foresta rappresenta l’ignoto e le nostre paure ed è il primo passo che dobbiamo affrontare se vogliamo vedere le meraviglie del mondo. Tanto è che una volta usciti dalla foresta arriviamo alla collina con il grande faggio. Se siamo arrivati sin qui, significa che abbiamo vinto i nostri timori iniziali e siamo pronti per vedere il mondo, che ora iniziamo a intravedere in lontananza.

Dall’altro lato della radura c’è la città degli uomini che rappresenta il mondo conosciuto, in cui Colibrì spesso torna perché è consapevole che, anche nel comfort di ciò che ci è noto, consueto e abituale, spesso si possono celare delle interessanti sorprese. Qualche mese fa ho deciso di mettere ordine in quello che avevo scritto. Ho riunito tutto in un unico volume, a cui ho aggiunto l’ultima storia, inedita, insieme con una mappa del mondo di Colibrì e un capitolo finale interamente dedicato a illustrare come ogni storia abbia preso vita. In ultimo, Massimo Priviero, un cantante che amo particolarmente, ha avuto il buon cuore di scriverne la prefazione ed ecco qua Le avventure di colibrì.

Chi è il piccolo colibrì e cosa rappresenta la sua figura?

“Colibrì è l’alter ego che ho scelto per raccontare le mie storie, anche se, in realtà, sarebbe più corretto dire che fu lui a scegliere me. Quando, infatti, presi la decisione di scrivere, pur avendo nel cassetto l’idea per un romanzo, mi sembrò il caso di iniziare cimentandomi con qualcosa di più breve. Avevo passato molti anni della mia vita in giro per il mondo e volevo raccontare quello che avevo visto e imparato. Volevo raccontarlo in prima persona, ma forse per pudore o forse per ritrosia, ero molto titubante nel metterci la faccia.

Nel momento in cui iniziai a cercare una maschera da indossare, ecco che subito l’idea del colibrì mi si formò in testa. Come vi dicevo prima, fu lui a scegliermi. Mi misi, quindi, a cercare notizie su questo piccolo volatile. Scoprii che, nella cultura dei Maya, il colibrì è un animale sacro e rappresenta il messaggero tra il nostro mondo umano e quello degli dei. Una leggenda di quelle popolazioni sostiene che nelle gocce di rugiada sulle sue piume si riesca a vedere l’intero universo. Come animale è molto piccolo, ma ha un cuore grande. Entra con discrezione nelle nostre vite e le riempie di gioia e di bellezza. Un po’ quello che volevo fare io con i miei racconti: entrare in punta di piedi nella vita delle persone e raccontare quello che avevo visto nel mondo, la parte più bella, per lo meno.”

Quale tra le tante avventure e tanti personaggi hai amato di più raccontare e perché?

“Ogni personaggio delle mie storie ha un suo corrispondente nella vita reale, diventa, quindi, molto difficile dire a chi sono più legato, senza far torto a qualcuno. Tuttavia, Tigrotta e Pinguino, essendo ispirati ai miei due figli, hanno un posto particolare. La storia, invece, che amo di più raccontare è Colibrì alla fine del mondo. La amo perché è forse quella che stimola tutti i miei sensi. Quando leggi un libro, ma è lo stesso quando lo scrivi, la storia si costruisce man mano dentro la tua testa. Se l’hai scritto bene, l’immagine si rivelerà molto nitida e ti sentirai immerso in essa. Nel caso di Colibrì alla fine del mondo, mentre la scrivevo, sentivo tutti i sensi coinvolti. Sentivo la brezza calda del vento del sud avvolgermi, avvertivo le onde infrangersi sulla barca del marinaio, percepivo distintamente l’odore della salsedine mentre nell’aria riecheggiava la musica che aveva ispirato quella storia. Spero di esser riuscito, con le mie parole, a trasmettere tutte quelle sensazioni, perché l’emozione che provavo nello scriverle era veramente grande.”

Il libro stimola a riflettere sulla vita, su sé stessi, sui propri desideri, cosa hai voluto trasmettere e da dove scaturisce questa tua “inclinazione” narrativa?

“Ho avuto la fortuna di viaggiare tantissimo, spesso da solo. Viaggiare in solitudine ha il suo lato positivo: ti dà il tempo per riflettere. Quando ti imbarchi su un lungo volo diretto sull’altra sponda dell’oceano, il tempo corre lentissimo. Puoi leggere, guardare un film, ascoltare musica. Ma, qualsiasi cosa tu stia facendo, la tua mente è più libera: quando l’assistente di volo chiude il portellone, il mondo là fuori non esiste più e la mente può andare dove più le pare. Complice forse il fatto di essere in viaggio, il pensiero più ricorrente per me era “dove sto andando con la mia vita?”.

Credo che il messaggio principale che voglio trasmettere con le mie storie, con i miei racconti sia proprio questo. Il viaggio come metafora della vita: puoi decidere di guardare ciò che ti propongono oppure puoi decidere di andare tu alla ricerca delle tue esperienze. Ecco, il mio invito è a non accettare passivamente quello che ci propinano, ma fermarsi a riflettere con la propria testa e scegliere. Stiamo guidando la nostra vita dove effettivamente vogliamo che vada o siamo dei semplici passeggeri?”

A quale lettore ideale è dedicato il libro?

“L’abbozzo della prima storia risiede in tre vignette disegnate al computer e dedicate ai miei due figli e rappresentano l’idea da cui nasce La Tigre e il Pinguino. Verrebbe naturale pensare che i destinatari ideali del libro siano i ragazzi. In realtà, però, non è così. Chi avevo in mente, mentre scrivevo, erano i grandi che avrebbero letto questi racconti ai loro figli. Vedi, quello che io racconto in queste storie, i bambini e i ragazzi già lo sanno, non hanno bisogno di uno come me che glielo stia a ricordare. Siamo noi che, crescendo, ce ne siamo forse dimenticati, ma se vai a raccontare queste storie ai grandi, beh, forse ti prendono per pazzo. Così, l’ho presa un po’ alla larga: parlare ai piccoli, per farmi intendere dai grandi.”

Perché leggere Le avventure di colibrì?

“Bella domanda! Sono ovviamente di parte, ma credo valga la pena di leggere questo libro. Potrete leggerlo ai vostri piccoli, oppure anche solo per voi stessi: troverete, in ogni caso, interessanti spunti di riflessione. Apprezzerete la leggerezza con cui Colibrì e i suoi simpatici amici vi racconteranno le loro storie. Magari vi aiuterà a trovare il coraggio: come Farfalla, di spiccare il volo oppure come i roditori e i felini de La filosofia del calabrone, di fare un passo in direzione di qualcuno che è diverso da voi e che avete sempre tenuto a distanza per paura.

Oppure, ancora, capirete che non ha senso temere gli anni che passano e che ogni occasione è buona per “scegliersi un avvenire diverso, o un diverso passato”: la citazione è di Richard Bach, un autore che è fonte continua di ispirazione. Se avrete la bontà di leggerlo, sia che vi sia piaciuto o meno, vi prego di lasciare una vostra recensione. Che sia anche negativa (oddio, spero di no, ma ci può stare…) l’importante è che sia motivata. È una cosa che tutti noi, che pubblichiamo le nostre opere in self publishing, apprezzeremo enormemente e non solo per via della maggior visibilità che le vostre recensioni ci danno. A volte mi capita di rileggere i commenti che i miei lettori hanno lasciato, sia pubblicamente, che in privato, e devo confessarvi che spesso mi propongono un nuovo punto di vista sulla storia.”

Stai lavorando ad altri progetti?

“Si, ho parecchi progetti in cantiere. Subito dopo aver pubblicato le prime due storie delle avventure di Colibrì (era il 2019) ho pubblicato un romanzo, intitolato 15 luglio che tratta il tema della paura di amare chi è diverso da noi. Ogni tanto mi capita di rileggerlo e, lo dico con grande affetto, lo vedo ancora “acerbo”. Ho appena terminato di leggere le lezioni di scrittura creativa del Gotham Writers’ Workshop e mi è venuto naturale pensare “Chissà oggi come lo avrei scritto?”. Così ho deciso di provarci e lo sto riscrivendo provando ad applicare quello che ho imparato in questi anni.

A ulteriore testimonianza di quanto mi senta legato a questa storia, sto lavorando anche alla sua trasposizione teatrale, di cui ho da poco terminato la prima stesura. Oltre a questo, da tempo, sto lavorando anche al mio secondo romanzo, ma lo faccio tra alti e bassi: alterno periodi in cui scrivo tantissimo nel giro di pochi giorni ad altri in cui non scrivo nemmeno una parola, anche per mesi. In tutto questo, poi, collaboro con una testata giornalistica locale online (*) dove pubblico di tutto un po’: potrete trovarci racconti, storie di vita, così come anche articoli più legati alla mia professione.”

Per approfondire la scrittura di Davide Trentarossi clicca qui.

 

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