ROMA – Oggi alle 11, nella basilica di Santa Giustina a Padova, ci sarà il funerale di Giulia Cecchettin. Sarà un giorno di lutto regionale voluto dal presidente Luca Zaia (che asseme all’assessore Manuela Lanzarin) sarà alla funzione. Ma soprattutto Zaia si aspetta che ‘fuori’ dalla chiesa il Veneto si faccia sentire. Dopo una vicenda “spartiacque” come quella di Giulia Cecchettin, proprio perché si tratta di avere una reazione “di comunità”, domani “faccio appello ai veneti: diamo un segnale durante le esequie. Ovviamente, chi può”, ma chi può “abbassi la serranda o spenga la luce del negozio per cinque, 10 minuti o per la durata del funerale… O Suoni il clacson… Che in Veneto si faccia rumore ma per dire che questi dati sono inquietanti e quindi sì, se ne ne deve parlare a scuola. Ma il senso di comunità è più forte e allora domani come Veneto facciamo qualcosa, ognuno nel suo piccolo dia un segnale“.
“UNA VICENDA CHE FA DA SPARTIACQUE”
Zaia ha lanciato l’appello oggi in un punto stampa in cui ha rivendicato la scelta del lutto regionale perché “va nella nella direzione di confermare quanto questa comunità sia stata colpita da questa vicenda”, fermo restando che dolore e orrore dei familiari sono inimmaginabilmente più grandi. La vicenda di Giulia ha avuto una “risonanza così grande” perché non solo i veneti hanno potuto immedesimarsi in uno dei tanti protagonisti convolti: il padre che aveva perso la moglie un anno prima, la sorella e seconda figlia, l’altro fratello, i genitori di Filippo Turetta. “Abbiamo vissuto questa storia con ansia fin dal primo momento”, passando dalla speranza che fosse solo una fuga d’amore fino al ritrovamento del corpo. E dunque per Zaia questa vicenda “fa da spartiacque”, e quindi si deve reagire “altrimenti va a finire che Giulia verrà dimenticata”.
“LA VIOLENZA DI GENERE NON È UN PROBLEMA DEI GIOVANI”
“Non ci rassegniamo al fatto che Giulia sia solo la 105esima vittima di femminicidio- sprona Zaia- si parli ai giovani, ma gli adulti e il resto della comunità non devono avere alibi. Non si pensi che se ne occupi solo la scuola, è fondamentale che questa sia una sfida di comunità”. Zaia dice anche di non ritenere che ci sia una società “patriarcale” ma “penso che ci sia qualche troglodita che vive da solo in una intimità una condizione di società patriarcale. Il primo obiettivo è scovare chi pensa ancora che la donna sia un essere inferiore”. La violenza di genere, continua, “non penso sia problema dei giovani, anche dei giovani ma è soprattutto degli adulti: eviterei una narrazione sempre negativa in capo alle nuove generazioni”. Piuttosto, cresca la coscienza collettiva contro la violenza di genere e per la tutela della donna perché si possano “identificare i comportamenti malati, perché sono sempre quelli: stalkeraggio, violenza psicologica, sessuale e digitale. Sono tutti temi che devono far partire campanelli d’allarme”.
E quindi, pur aspettandosi domani la presenza di tanti cittadini ai funerali di Giulia Cecchettin (“sarà un abbraccio ai familiari”), Zaia insiste: “Domani ognuno di noi ha l’occassione di dire ‘io ci sono in questa fondamentale battaglia di comunità”, dando un segnale che si ‘senta’ o si veda.