ROMA – La Striscia di Gaza registra 18.412 morti, secondo i dati odierni del ministero della Salute e i feriti sono 50mila. Mentre la possibilità di un cessate il fuoco è stata bloccata al Consiglio di sicurezza per il veto posto dagli Stati Uniti, dalle agenzie delle Nazioni Unite continuano a moltiplicarsi gli appelli a proteggere la popolazione e il lavoro degli operatori umanitari: “A Gaza è l’inferno in terra” ha scritto in un post su X il direttore dell’Agenzia per i rifugiati palestinesi in Medio oriente (Unrwa), Philippe Lazzarini, dopo aver visitato la Striscia. “Questa tragedia- continua- peggiora sempre di più. Le persone sono ovunque, vivono per strada, prive di tutto. Chiedono di essere portate in salvo e di porre fine a questo inferno in terra. Chiediamo l’impossibile ai nostri colleghi, in questa situazione impossibile”. Il Programma Alimentare Mondiale (Wfp) avverte che metà della popolazione rischia la carestia, mentre l’Ufficio umanitario delle Nazioni Unite (Ocha), riferisce che sta fornendo aiuti solo a Rafah, e in modo “molto limitato”, e di non essere in grado di rifornire il resto dell’exclave, che resta così “abbandonato a se stesso”. (www.dire.it)