Un prete di campagna con strane visioni notturne, una lettera dal significato criptico, una ricerca che affonda le sue radici nel passato, un gruppetto di investigatori dilettanti, un borgo che nasconde diversi segreti, un finale sorprendente. Dopo l’esordio nel romanzo “Il ragazzo scomparso”, torna il giovane avvocato Marco Vua con una nuova avventura, sempre ambientata a Bova, uno dei Borghi più belli d’Italia.
Mario Petrulli, avvocato con la passione per la scrittura, vive in un piccolo paese della Calabria; ama i romanzi gialli e i thriller e passeggiare nei borghi antichi in compagnia della moglie e del figlio. Dopo l’esordio nel 2019 con Il ragazzo scomparso, torna con un secondo romanzo giallo, sempre ambientato a Bova, uno dei borghi più belli d’Italia e centro importante dell’area grecanica della provincia di Reggio Calabria, con il medesimo protagonista Marco Vua, un giovane avvocato, detective per passione. Il sito dell’autore è www.mariopetrulli.it.
Buongiorno Mario, parlaci di te e di come è nata la passione per la scrittura e per il romanzo giallo in particolare
“Ciao Maria Laura, grazie per la tua disponibilità. Sono un avvocato con la passione per i thriller e i gialli. Il passaggio dalla lettura alla scrittura è maturato alcuni anni addietro, durante una serie di decisioni nuove e cambiamenti importanti nella mia vita. Scrivere è un atto creativo incredibilmente forte: sei il padrone dei tuoi personaggi e delle tue storie, puoi creare e disfare, trasmettere emozioni e raccontare. Mi piacciono i romanzi gialli perché sono, in un certo senso, rassicuranti e rappresentano un mondo ideale: alla fine, infatti, il colpevole si trova sempre.”
Hai scritto Il ragazzo scomparso e La regola del cinque che hanno come protagonista il giovane avvocato Marco Vua. Che tipo di personaggio è e cosa ci possiamo aspettare?
“Marco è il mio alter ego e mi assomiglia in tutto, tranne che nell’età: lui è un ragazzo, io un cinquantenne. È attento, meticoloso, dotato di un buon intuito, ama leggere, adora la matematica e gli enigmi. Viene da una famiglia modesta e, nonostante tutto, è riuscito a laurearsi e a trovare un lavoro interessante. Cerca di non sbagliare nelle scelte, ha un’indole prudente e, ogni tanto, si dimostra ironico quanto basta.
Mi chiedi cosa possiamo aspettarci? Nuove avventure, of course.”
Bova è uno dei borghi più belli d’Italia, un luogo sicuramente inaspettato e originale per ambientare un libro: parlaci di questa scelta
“Bova è un borgo bellissimo, ricco di storia, di cultura e di fascino, nell’area grecanica della provincia di Reggio Calabria. È il luogo di nascita dei miei genitori e lo frequento fin da bambino. Rappresenta le mie radici e mi sento legato al posto in un modo indefinibile. Ogni volta che mi perdo fra le sue vie o salgo nella zona del vecchio castello, mi sembra di vedere accanto a me i miei genitori, che non ci sono più.
La scelta di ambientare i miei romanzi proprio a Bova mi è parsa naturale e originale: tra l’altro, è stata una decisione finalizzata a promuovere il borgo in un modo originale.”
Quale atmosfera caratterizza la storia?
“Di mistero. Tutto nasce da una lettera dal significato criptico recapitata al parroco di Bova. Il romanzo è una continua ricerca di indizi e informazioni utili, in cui la logica matematica riveste un ruolo fondamentale, fino al sorprendente finale.
Il primo romanzo, invece, era caratterizzato dall’incredibile mondo delle coincidenze.”
Fra tutti, quale altro personaggio credi possa piacere subito ai lettori e perché
“Don Natalino, il parroco del paese. Bonario, più largo che alto, bovese di adozione e con un vezzo strano: utilizza parole desuete. Tra l’altro, era presente anche nel precedente romanzo, insieme ad Antonella, la ragazza con cui Marco si frequenta. Per inciso, Antonella è anche il nome di mia moglie.”
Quali aspetti definiscono la tua narrativa?
“Ti rispondo con le parole di Rossana Pessione, una scrittrice e giornalista che ha letto e recensito il mio primo romanzo: “una scrittura fluida, elegante senza essere stucchevole”. Cerco la scorrevolezza del testo, preferisco capitoli brevi, mi piacciono le interruzioni che spingono il lettore a continuare a leggere il capitolo successivo.
Utilizzo termini dialettali, sia pur sporadicamente, perché il dialetto è una ricchezza che non possiamo perdere e alcuni termini ed espressioni hanno una carica semantica pazzesca, non esattamente riproducibile in italiano.
Nel secondo romanzo compaiono anche alcuni termini grecanici, l’antica lingua di Bova, parlata ancora oggi da alcuni anziani non solo a Bova ma anche in altre zone limitrofe, come Gallicianò, una frazione del Comune di Condofuri.”
Tre validi motivi per acquistare e leggere La regola del cinque
“Fare beneficenza: i diritti di autore saranno devoluti alla Chiesa di Bova, come già accaduto per il primo romanzo. Conoscere Bova, tramite le descrizioni dei luoghi e delle chiese: vi assicuro che il borgo merita.
Leggere una storia che cattura e non ti lascia andare fino alla fine.
Un’ultima cosa: è meglio leggere per primo il precedente romanzo, Il ragazzo scomparso. Il motivo vi sarà chiaro mentre leggerete il secondo. E non aggiungo altro.”
Stai scrivendo altri romanzi?
“Ho iniziato la terza avventura di Marco, sempre ambientata a Bova. Ma non intendo rivelare nulla di più per scaramanzia.”
Recensione
La regola del cinque è il secondo giallo dell’autore Mario Petrulli dopo il libro d’esordio Il ragazzo scomparso. In questo suo ultimo romanzo ritorna il protagonista Marco Vua, giovane avvocato alle prese con un nuovo caso da risolvere.
L’ambientazione è il primo vero gioiello di questo libro. Bova, un piccolo borgo in provincia di Reggio Calabria, è il suggestivo palcoscenico in cui l’autore intreccia il suo secondo giallo fatto di misteri, antichi segreti e enigmi matematici. Mario Petrulli, che nel meraviglioso borgo è nato e cresciuto, riesce a catturare e a trasmettere al lettore l’essenza più vera di questo luogo del cuore, riconosciuto tra i borghi più belli d’Italia.
Durante lo svolgimento dei fatti, lo scrittore ci porta alla scoperta dell’architettura di Bova, delle sue antiche chiese, delle suggestive stradine acciottolate, dei vicoli lastricati in pietra, intrecciando il giallo con l’antichissima storia del paese. Petrulli costruisce abilmente il mistero legandolo alla ricchezza culturale e storica del pittoresco borgo e regalando un’esperienza di lettura imprevedibile e emozionante.
La scelta di una cornice così unica aggiunge originalità e profondità al romanzo, dove la bellezza del paesaggio si fonde all’oscurità dei segreti celati fra i suoi viottoli e sotterranei. La combinazione dell’atmosfera e la suspense della trama creano una narrativa che coinvolge fino all’ultima pagina facendo immergere il lettore nella tradizione e nel mistero.
La presenza di una prosa impeccabile che permea l’intero testo è un’altra interessante caratteristica de La regola del cinque. Mario Petrulli usa con maestria un linguaggio fatto di frasi semplici ma ricche di sfumature linguistiche, scelte con cura. Il linguaggio del libro è scorrevole e piacevole. Spicca l’uso sapiente dei termini dialettali funzionali all’immersione totale nell’atmosfera parlata del piccolo borgo calabrese.
Questo stile raffinato e ricercato contribuisce a far immergere ancora di più il lettore nei luoghi della storia, trasformando il paesaggio e i suoi personaggi in elementi centrali della narrazione. Viene in mente il simpatico Don Natalino con i suoi termini antichi e dialettali che sanno strappare un sorriso catapultando il lettore in un luogo d’altri tempi, inedito e fuori dall’ordinario. L’autore è stato capace di orchestrare un giallo davvero particolare che coniuga con eleganza la suspense con uno stile scorrevole, accattivante e originale.
La caratterizzazione dei personaggi, ancora, riflette l’attenzione dell’autore alla psicologia e comportamenti. Mario Petrulli riesce a donare tridimensionalità ai suoi protagonisti, che risultano figure realistiche e interessanti. Il protagonista Marco Vua è un personaggio sfaccettato: giovanissimo avvocato che si diletta per passione alla soluzione di intricati casi di sparizione e omicidio, un ragazzo coraggioso e intraprendente, prudente quanto basta per non finire troppo spesso nei guai. La sua mente analitica e la capacità di cogliere ogni minimo segno forniscono un filtro fondamentale per non lasciar cadere alcun indizio. Ne emerge una figura intrigante che piace moltissimo al lettore.
Lo svolgimento del giallo è sapientemente bilanciato con l’emozione e il carattere dei personaggi che, capitolo dopo capitolo, impariamo a conoscere sempre meglio. Ciò aggiunge un’inaspettata dimensione psicologica e umana alla vicenda che si fa sempre più stratificata e travolgente. Il romanzo diventa qualcosa di più di una semplice storia d’investigazione.
Dal punto di vista della suspense, il libro è caratterizzato da una tensione narrativa crescente che si dipana in capitoli brevi e incisivi. La sapiente messa in scena degli eventi e dei dialoghi ben costruiti contribuisce a far crescere l’attesa, svelando le cose al momento giusto. L’autore sa dosare con sottile arte descrittiva le informazioni, gli indizi, le intuizioni dei personaggi coinvolti nel caso, creando un senso di trepidazione e graduale svelamento, che regge fino alla fine.
Ogni capitolo porta alla soluzione del mistero, attraverso la presentazione di spinosi enigmi, operazioni matematiche e test logici. Il fascino dell’investigazione si fonde così con l’ingegno della matematica, attraverso rompicapo che aggiungono uno stimolante elemento di sfida.
La lettura de La regola del cinque è un viaggio coinvolgente per l’adrenalina che trasmette, per l’apprezzamento che si può fare dello stile e dei personaggi, infine per il meraviglioso borgo come sfondo dell’intera vicenda. Quello di Mario Petrulli è un romanzo da non perdere, in cui l’eleganza della scrittura e l’intrigo convergono in un’esperienza di lettura caratterizzata da grande qualità. Si tratta di un libro consigliato ai lettori di ogni età, in particolare agli appassionati del giallo che siano dotati di spiccata arguzia e capacità di ragionamento.