Osservatorio delle partite Iva: 492.176 nuove aperture nel 2023

dati evidenziano che il 70% proviene dalle persone fisiche, il 22,9% da società di capitali e solo il 3,1% da società di persone, trend già delineato lo scorso anno

ROMA – Con poco più di 492mila partite Iva aperte, il 2023 si chiude con una lieve flessione, rispetto ai dati 2022, che ha interessato in prevalenza i soggetti non residenti (-9,8%), le società di persone (-8,6%) e le persone fisiche (-1,9 per cento). Aumentano le nuove aperture per le società di capitali che registrano un +0,8 per cento. Disponibile, sul sito del Dipartimento finanze, la sintesi dei dati 2023 rilevata dall’Osservatorio sulle partite Iva.

Si conferma il consueto andamento della ripartizione territoriale che vede il 48,2% di aperture localizzate al nord il 21,1% al Centro e il 30,4% al Sud ed Isole. In alcune regioni aumentano le aperture. In particolare si segnala la Valle d’Aosta (+6,2%), la Lombardia (+5,3%) e la Provincia autonoma di Bolzano (+4,3%).

Il commercio è in testa per quanto riguarda il settore produttivo totalizzando il 18,2% delle aperture. Seguono le attività professionali con il 17,9% e il settore delle costruzioni con il 10,3 per cento.  Variazioni positive rilevanti per il settore istruzione (+53,1%) e alloggio e ristorazione (+11,3%). Cala invece l’agricoltura che riporta -16,2 per cento di aperture.

Non varia il trend della ripartizione per genere con il 60,5% di partite Iva aperte dai soggetti di sesso maschile. Il 49,1% delle aperture va attribuito ai giovani fino a 35 anni, mentre il 30,8% alle persone di età compresa tra 36 e 50 anni. Da segnalare un leggero incremento degli over 65 pari all’1,6 per cento.
Il 21% delle partite Iva, inoltre, è da assegnare ai soggetti nati all’estero, come rilevato anche dai dati 2022.

Il report infine segnala che 238.766 persone hanno aderito al regime forfetario, dato che mostra un lieve calo, pari allo 0,2%, rispetto a quello del 2022.

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