Roma – In occasione dell’anniversario del golpe militare in Argentina del 1976,ieri domenica 24 marzo è stato acceso il Faro del Gianicolo in ricordo del dramma dei desaparecidos e delle loro famiglie.
Un atto simbolico promosso dal Comitato Cittadino “Roma ricorda i Desaparecidos Madres e Abuelas” per commemorare le vittime della dittatura militare, riflettere su una delle pagine più buie del secolo scorso e condannare fermamente ogni forma di violenza e violazione dei diritti umani. Inoltre, quest’anno si ricorderanno, tra gli altri, i soci della società calcistica “River Plate” di Buenos Aires sequestrati e fatti sparire.
All’evento, che ha il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale, hanno partecipato: Enrico Calamai, ex diplomatico italiano a Buenos Aires all’epoca del golpe militare, che mise in salvo più di trecento perseguitati; Miguel Gotor, assessore alla Cultura di Roma Capitale; Adriano Labbucci, assessore alla Memoria del Primo Municipio; Lidia Ferrari, di Amnesty International Italia; Rosa Maria Grillo, dell’Università di Salerno; Florencia Santucho, sorella del “nipote 133” ritrovato e identificato dalle “Abuelas de Plaza de Mayo” nel 2023 e Patrizia De Mei, già professoressa alla Scuola Italiana Cristoforo Colombo di Buenos Aires.
Il 24 marzo del 1976 è il giorno del colpo di Stato che instaurò in Argentina la dittatura militare ed è una ricorrenza laica del Paese sudamericano, il “Giorno della memoria per la verità e la giustizia” (in spagnolo, Día de la Memoria por la Verdad y la Justicia), celebrata ogni anno a commemorazione delle vittime del regime militare.
Il Faro del Gianicolo, costruito nel 1911, fu realizzato grazie ai fondi raccolti dalla Comunità degli Italiani di Buenos Aires in occasione del cinquantenario dell’Unità d’Italia, a testimonianza del legame con la loro patria di origine. La colonna è sovrastata da un capitello su cui è incisa la dedica: “A Roma Capitale gli italiani d’Argentina MCMXI”.
Quest’anno si potrà godere di nuovo del pieno funzionamento della luce tricolore della lanterna del faro che, a causa di un guasto di difficile riparazione al meccanismo di rotazione dei fanali, negli ultimi anni poteva essere accesa solo in modalità fissa. Un delicato e complesso intervento dei tecnici di Areti sugli ingranaggi originali dell’epoca ha consentito il pieno ripristino del monumento.