Roma – La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, nel corso della seduta del 4 aprile, ha approvato le proposte emendative e le osservazioni riportate nel documento, quale utile contributo all’iter parlamentare sul Disegno di legge Cybersicurezza, assegnato alle Commissioni riunite I Affari Costituzionali e II Giustizia della Camera dei Deputati ed esaminato nelle sedute del 13 e del 19 marzo.
Tra le questioni sollevate dalla Conferenza delle Regioni la necessità di prevedere un intervento – nel DDL o in altro provvedimento ad esso collegato – di normazione di attività di penetration testing a scopo di ethical hacking e nell’ambito di attività preventiva. Inoltre si evidenzia che l’impianto della norma appare analogo ad altre che presentano uno schema adempimento-sanzione. Tale approccio si scontra con l’esigenza operativa di intervento richiesta dalla cybersicurezza. È necessario uno sforzo per realizzare un sistema che, superando la mera teoria normativa, si concentri sulla messa in atto degli adempimenti.
E’ da chiarire meglio la figura del Referente ed è altrettanto importante rivolgere l’attenzione verso la prevenzione. Questo implica non solo miglioramenti nell’ambito normativo, ma soprattutto un impegno continuo nella formazione e all’aggiornamento delle competenze del personale e delle nuove figure introdotte di cui non si ritrova traccia nel testo.
Il disegno di legge, in breve sintesi, intende rafforzare gli interventi contro i reati informatici attraverso:
Tra le questioni sollevate dalla Conferenza delle Regioni la necessità di prevedere un intervento – nel DDL o in altro provvedimento ad esso collegato – di normazione di attività di penetration testing a scopo di ethical hacking e nell’ambito di attività preventiva. Inoltre si evidenzia che l’impianto della norma appare analogo ad altre che presentano uno schema adempimento-sanzione. Tale approccio si scontra con l’esigenza operativa di intervento richiesta dalla cybersicurezza. È necessario uno sforzo per realizzare un sistema che, superando la mera teoria normativa, si concentri sulla messa in atto degli adempimenti.
E’ da chiarire meglio la figura del Referente ed è altrettanto importante rivolgere l’attenzione verso la prevenzione. Questo implica non solo miglioramenti nell’ambito normativo, ma soprattutto un impegno continuo nella formazione e all’aggiornamento delle competenze del personale e delle nuove figure introdotte di cui non si ritrova traccia nel testo.
Il disegno di legge, in breve sintesi, intende rafforzare gli interventi contro i reati informatici attraverso:
– il potenziamento delle funzioni dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e il coordinamento di questa con l’Autorità giudiziaria in caso di attacchi informatici. Il DdL inserisce, inoltre, tra le funzioni di ACN la valorizzazione dell’intelligenza artificiale per il rafforzamento della cybersicurezza nazionale;
– l’obbligo per le pubbliche amministrazioni centrali, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, i comuni con una popolazione superiore ai 100.000 abitanti, i comuni capoluoghi di regione, le società di trasporto pubblico urbano con bacino di utenza non inferiore ai 100.000 abitanti e le aziende sanitarie locali, di segnalare e notificare gli incidenti informatici subiti aventi impatto su reti, sistemi informativi e servizi informatici.
L’obbligo si estende alle rispettive società in house:
– sanzioni pecuniarie in caso di mancata notifica e reiterata inosservanza, nonché, per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni che violino queste disposizioni, responsabilità disciplinare e amministrativocontabile;
– la convocazione del Nucleo per la Cybersicurezza in situazioni di particolare rilevanza;
– l’introduzione della figura del Referente per la cybersicurezza nelle PA anche come contatto unico dell’amministrazione con l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale allo scopo di rafforzare la consapevolezza e la presa in carico delle responsabilità all’interno delle PA.