Elisa Cugliandro sorprende con “La resa del riso” un romanzo distopico imperdibile

La resa del riso è un romanzo distopico che catapulta il lettore in Felix Mors, una metropoli dove la felicità è vietata e il sole è bandito. Questo luogo rappresenta un mondo in cui ogni forma di gioia è vista come una minaccia, e la tristezza e la disperazione sono incoraggiate come unico modo di vivere “dignitoso”. Gli abitanti vivono in un costante stato di tristezza: persino il suicidio è considerato un’opzione accettabile e desiderabile.

Elisa Cugliandro è un’autrice eclettica, capace di spaziare con maestria tra i generi, passando dai romanzi d’amore alle storie distopiche. In questo suo libro, pubblicato da LuoghInteriori nel 2022, la scrittrice si cimenta in un genere difficile, dimostrando ancora una volta la sua versatilità e profondità come autrice. La resa del riso è un libro coraggioso, dalla narrativa cupa e inquietante, che esplora tematiche profonde e disturbanti, come la repressione delle emozioni, la manipolazione mentale e il controllo sociale.

L’autrice dipinge il quadro agghiacciante di una società dove la propaganda promuove la malinconia e la disperazione come uniche virtù. L’idea che la risata sia un male contagioso mette in luce l’assurdità di un mondo in cui felicità ed emozioni sono bandite. Allo stesso tempo, emerge quanto sia fondamentale il bisogno di emozioni positive come potenti strumenti di resistenza.

Il protagonista del romanzo è lo psicoterapeuta Timorous Gootic incaricato di curare i “folli” in una clinica di reclusione, dove vengono confinati coloro che osano lasciarsi andare a qualsiasi forma di risata. L’autrice, con maestria narrativa, riesce a trasmettere in modo struggente il tormento interiore e l’evoluzione personale di Timorous. Attraverso la sua storia, si esplora l’ineluttabile bisogno umano di espressione e di emozioni autentiche, rivelando quanto sia difficile sopprimere la propria natura in un mondo che vieta la felicità.

Timorous Gootic è un personaggio complesso, la cui lotta interiore rappresenta il cuore pulsante del romanzo. La sua professione lo pone di fronte a un paradosso devastante: curare persone per un “male” che, in fondo, è solo la naturale espressione della gioia umana. Questo compito lo costringe a confrontarsi con le sue stesse emozioni, portandolo a una profonda riflessione sulla natura della felicità e sulla crudeltà di un sistema che la bandisce.

Elisa Cugliandro dipinge, con un crescendo sempre più avvincente, la progressiva presa di coscienza di Timorous, il cui viaggio emotivo è raccontato con grande sensibilità e profondità psicologica. Il lettore assiste al suo tormento interiore, al suo dibattersi tra il dovere imposto dal regime e il desiderio di autenticità. Questa evoluzione è resa in modo talmente vivido e realistico che il lettore non può fare a meno di sentirsi coinvolto nelle lotte del protagonista, condividendo il suo dolore e la sua speranza.

Il romanzo però non si limita a raccontare la storia di Timorous, ma utilizza l’esperienza distopica come lente attraverso cui esplorare temi universali e profondi. La repressione delle emozioni, l’importanza della libertà di espressione e la resilienza dell’animo umano emergono con forza dalle pagine del libro, invitando il lettore a riflettere sulla propria vita e sulle proprie scelte.

Lo stile di Elisa Cugliandro rispecchia l’atmosfera del libro: è crudo e diretto, mette in luce la durezza della realtà di Felix Mors. Le descrizioni vivide e la prosa incisiva creano un‘atmosfera claustrofobica, che avvolge il lettore e lo costringe a confrontarsi con le dure verità di un mondo fatto di proibizioni.

La penna di Cugliandro è vivace, dettagliata e ricca di immagini potenti che trasmettono appieno le angosce e i timori dei protagonisti, rafforzando l’immersione nella lettura. Nonostante tutto, l’autrice, sa cadenzare la prosa con momenti di sottile umorismo e ironia che offrono un barlume di speranza e leggerezza. Una narrativa penetrante che permette al lettore di empatizzare con le lotte dei protagonisti nelle loro sfide quotidiane.

In questo romanzo distopico, Cugliandro non solo costruisce un universo narrativo credibile e inquietante, ma riesce anche a sollevare interrogativi importanti e attuali, rendendo il suo lavoro non solo un’opera di intrattenimento, ma anche un’esplorazione di tematiche sociali e morali.

La resa del riso è un romanzo dalla trama originale e potente capace di offrire una riflessione sulla natura della felicità ma anche sull’oppressione sociale e la ricerca della libertà. La sua essenza distopica e le tematiche affrontate rendono la lettura imprevedibile e avvincente, certamente stimolante. Il libro invita a considerare quanto siano preziose le emozioni e quanto possa essere pericoloso un mondo che le vieti. In definitiva, il libro di Elisa Cugliandro è una lettura che lascia un’impronta, spingendo il lettore a interrogarsi sui valori della propria società e sulla resistenza dell’animo umano di fronte all’oppressione.

Biografia dell’autrice Elisa Cugliandro

Elisa Cugliandro è scrittrice poliedrica, animatrice professionale in RSA e counselor a indirizzo olistico. Classe 1985, vive a Torino. Nel 2013 ha debuttato col romanzo di fantascienza “Damazerico – La Rivoluzione Cortese”. Nel 2021 ha pubblicato la raccolta di racconti “Miracoli metropolitani” per Rossini Editore, conquistando nello stesso anno il terzo posto al concorso nazionale Andrea Torresano col romanzo inedito “Fuga dall’amore”.  Nel 2022 segue “La Resa del Riso”, romanzo distopico edito da LuoghInteriori. Nell’autunno 2023 ha auto-pubblicato la serie romance “L’amore provvede” in due atti: Chiudi gli occhi e Un nuovo sguardo.

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