Anticonvenzionale e introspettivo: “L’incanto della luna rossa” di Andrea Bes

Anticonvenzionale e introspettivo, “L’Incanto della luna rossa” è il fantasy che non ti aspetti, un romanzo che sovverte intenzionalmente le regole di un genere noto e apprezzato. La componente immaginifica, fatta di mondi generati dalla fantasia più sfrenata, lascia il posto a una visione più realistica in grado di comunicare l’epicità che contrassegna questo filone narrativo senza dover attingere a piene mani dall’universo mitologico del folklore nordico, da tutti conosciuto grazie al successo internazionale degli scritti di Tolkien. Alla sua prima vera prova come romanziere dopo l’intenso e autobiografico “La battaglia contro il nulla”, Andrea Bes si destreggia con disinvoltura tra arcani rituali e fulminee scene di combattimento, tratteggiando scenari suggestivi e delineando dei personaggi che spiccano per il carattere complesso e la marcata forza di volontà. Su tutti, un villain inusuale e sfaccettato che metterà a dura prova la capacità del lettore di marcare una netta linea divisoria tra il bene e il male.

Intervista all’autore

Come ti sei avvicinato al genere fantasy?

Non mi sono avvicinato perché adoro da sempre tutto ciò che ha a che fare con il genere “fantastico”: fantasy, avventura, shi-fi (anche i cartoni animati); quindi è stata una scelta naturale. Infatti, ho anche scritto un paio di favole che ho pubblicato su altrettante edizioni di “Racconti dal Piemonte”. Comunque devo ammettere che il fatto di considerare Tolkien il mio autore preferito, e Lo Hobbit il mio romanzo preferito, siano stati decisivi per questa mia scelta.

Personalmente trovo che nella realtà ci siano già troppe cose brutte quindi, almeno nella mia mente, preferisco fantasticare senza pormi limiti, dando ampio spazio alla fantasia.

Presentaci i protagonisti del libro e quali aspetti li caratterizzano

In questo mio romanzo ho voluto puntare su più personaggi, senza soffermarmi su di un protagonista in particolare, per dar modo a tutti, indipendentemente dall’età e dai gusti personali, di poter trovare il proprio favorito o di potersi immedesimare in uno di essi.

Vi è dunque Wick, il guerriero sospeso tra il mondo degli uomini e quello dei Lemmick. Un uomo segnato da un triste episodio avvenuto durante la sua infanzia che lo tormenta tuttora. Gli avvenimenti descritti nel romanzo faranno riemergere in lui dubbi e lacune che si portava dietro da una vita.

Poi vi sono i bambini, soprattutto Ludmilla. Inizialmente possono sembrare semplici personaggi di contorno ma non è così; tutti i bambini presenti nel romanzo saranno importanti per l’evoluzione dei vari personaggi adulti ed inoltre Ludmilla giocherà un ruolo chiave nella vicenda. Ho voluto inserire i bambini per dare un tocco favolistico al romanzo. Essi rappresentano quella purezza d’animo e quella spensieratezza che noi adulti abbiamo perso.

Infine c’è il villain, Gullveig. Una donna la cui esistenza è stata gravata dal terribile lutto per la perdita della figlia. Ciò ne ha cambiato il carattere, portandola ad entrare nella setta delle Seher e a compiere terribili nefandezze. Questo personaggio, dato il suo vissuto, è risultato quello più intrigante tanto da mettere in difficoltà il lettore tra disprezzarla, compatirla o addirittura apprezzarla.

Quale atmosfera e elementi magici possono aspettarsi i lettori?

Le atmosfere sono quelle tipiche del fantasy e dei romanzi d’avventura, con un tocco di fiabesco. I paesaggi sono variegati in quanto la vicenda, tra presente e passato, si svolge tra regni, valli e luoghi incantati; tra questi ultimi spiccano il “Grande bosco di Wald”, la valle di Olum e lo stagno incantato.

Il luogo è immaginario dunque ho creato tutto partendo da zero; a tal proposito ho voluto rappresentare il più realisticamente possibile un territorio così ampio. Si passa dalle praterie alle steppe, si possono attraversare grandi pianure agricole e territori impervi e altri desertici, grandi città e piccoli borghi, fino ad incontrare un vulcano, il tutto sempre con la natura che la fa da padrone.

Per quanto riguarda gli elementi magici, a differenza dei classici fantasy, ho evitato che abbandonassero in gran quantità; ci sono ma sono a servizio dei personaggi e della trama e non viceversa.

C’è una contrapposizione tra la magia delle Seher, una magia oscura fatta di riti arcani, pozioni e controllo della mente, e la magia dei Lemmick, questa più improntata a creare un contatto con la natura.

Quali sfide affronteranno i tuoi personaggi e come hai pensato la loro evoluzione nel corso della trama?

Cosa è successo ad Anja? Chi è quella vecchia megera comparsa dal nulla? Una pestilenza e strani avvistamenti; c’è una regia dietro questi eventi? Tutte domande alle quali Wick dovrà rispondere, sbrogliando una matassa intricata.

Il viaggio è il tema di fondo; un viaggio fisico ma anche interiore, attraverso il quale i personaggi troveranno risposte a dubbi reconditi e rievocheranno elementi del proprio passato sepolti e rimasti a lungo celati. Ed è proprio lungo questo viaggio che avverrà l’evoluzione dei personaggi. Essi saranno costretti a fare i conti con il proprio passato e questo, nel bene o nel male, influirà su di loro e di conseguenza sul corso degli eventi.

Come sei riuscito a creare un mondo fantasy che fosse anche originale e coinvolgente per i lettori senza cadere in cliché prevedibili?

Questa è stata la parte più difficile ma al contempo quella a cui tenevo di più. Ho voluto così evitare tre tra i cliché più comuni:

  1. Le solite specie magiche: ho evitato di inserire orchi, elfi e draghi dando vita a specie viventi da me inventate, cercando di essere il più originale possibile.
  2. L’eroe , il prescelto ed esperto in tutto: questo personaggio non esiste perché, come spiegato in precedenza, ho puntato su più personaggi. Anche Wick, colui che più ci si avvicina, comunque ci si discosta parecchio; non è un prescelto, semmai lo sarà la piccola Ludmilla e non solo (ma questo in un secondo romanzo), e non è in grado di fare tutto da sé, ricorre spesso e volentieri all’aiuto di amici per far fronte alle difficoltà che gli si pongono innanzi. Anche esteticamente si discosta dal tipico eroe, infatti presenta i capelli rossi.
  3. Il cattivo: costui è spesso un super malvagio che vuole conquistare il mondo per farlo sprofondare nelle tenebre. Gullveig, la “cattiva” del mio romanzo, non è così. Non vuole conquistare nulla e dominare nessuno, tutte le sue azioni sono rivolte ad un unico scopo, ovvero a rimediare al grave lutto che l’ha colpita e anche per ciò si discosta dallo stereotipo del cattivo tradizionale.

Quali sono i principali temi o messaggi che hai voluto trasmettere?

Dunque, io non mi ritengo così saccente da pretendere di dare lezioni su questo o quell’altro tema, quindi ho evitato di lanciare messaggi diretti all’interno del mio romanzo. Ho però voluto trattare alcuni temi che personalmente ritengo importanti quindi, se vogliamo, lanciando indirettamente ma senza pretese alcuni messaggi.

Sicuramente ho dato molta importanza all’ambiente. Nel mio romanzo la natura la fa da padrone, ho riportato nelle sue pagine tutto il mio vissuto, in quanto sono cresciuto in aperta campagna, e credo di essere riuscito attraverso le mie parole a trasmettere al lettore tutto il mio amore per l’ambiente.

Ho inoltre voluto porre particolare attenzione al tema dell’amicizia. I miei personaggi hanno forti legami gli uni con gli altri. L’amicizia che li lega è un valore aggiunto e sarà un loro punto di forza rispetto a Gullveig che, al contrario, vive un’esistenza solitaria e priva di legami. La solitudine è un qualcosa di molto triste e nel mio romanzo questo concetto è espresso chiaramente.

Infine ho voluto porre l’attenzione sul concetto di comunità. Sono cresciuto in una piccola borgata, dove ci si sosteneva e aiutava l’un l’altro e questi valori lì porto sempre con me, sono un valore aggiunto. Ritengo che, in un mondo sempre più individualista dove spesso la gente si chiude nella realtà virtuale, di valori come questi ce ne sia bisogno e vanno sottolineati con sempre più maggior forza.

Qual è stata la tua esperienza nell’affrontare la transizione da un romanzo autobiografico come “La battaglia contro il nulla” a un’opera fantasy come “L’Incanto della luna rossa”?

Sicuramente è stata un’esperienza positiva. Soprattutto perché sono andato nella direzione che intendevo seguire.

“La battaglia contro il nulla” è nato un po’ per caso e un po’ per l’esigenza di tirare fuori quanto mi tenevo dentro da una vita a proposito di cosa vuol dire essere disabili. E devo ammettere che è stata una cosa taumaturgica e al contempo istruttiva in quanto, essendo alle prime armi come scrittore, il fatto che avessi parecchie cose da scrivere mi è servito come esercizio, per migliorarmi.

Dopodiché ho abbandonato questo argomento, perché ritengo che noi disabili possiamo occuparci e parlare anche di altro oltre alla disabilità, e ho deciso di seguire il mio istinto e il mio cuore.

Quali sono le aspettative che hai rispetto alla reazione del pubblico verso questo libro, e a chi lo consiglieresti?

Il sogno è quello di arrivare a più lettori possibili, ma questo credo che valga per tutti gli scrittori. Ciò che mi aspetto è che il pubblico apprezzi l’originalità rispetto ai cliché prevedibili del fantasy e l’intreccio della trama, molto simile al genere “giallo”. Mi aspetto inoltre che apprezzino i personaggi perché su di loro, sul loro aspetto ma soprattutto sul loro carattere e sul loro vissuto, ho puntato molto, lavorandoci parecchio.

Il romanzo lo consiglio a tutti. Non ci sono un limite minimo e uno massimo di età; è pensato per piacere ai giovani, con le sue atmosfere fiabesche e la trama avventurosa, così come agli adulti, con il suo intreccio in stile “giallo” e l’aspetto psicologico dei personaggi.

Ritengo inoltre che si lasci piacevolmente leggere da chiunque, indipendentemente dall’estrazione sociale e dal livello di istruzione.

Biografia dell’autore

Andrea Bes è nato a Torino nel 1975, e residente a Giaveno (TO).  

Disabile, è affetto da SMA III (Atrofia Muscolare Spinale, di tipo tre).  

Collabora col sito on-line www.dDisabilinNews.com, dove pubblica articoli sulla sua rubrica pagina “Caffè Disabili”.  

Collabora con la Web radio “Una voce per un aiuto – Radio” all’interno della quale trasmette la sua rubrica “Disability on the Road”. 

Molto attivo sul tema della disabilità; si occupa, su incarico del Sindaco della sua città, di disabilità e della problematica dell’abbattimento delle barriere architettoniche. 

Socio ASAMSI Onlus e delegato della stessa per il Piemonte. Fa parte della Consulta per le Malattie Neuromuscolari Piemonte e Valle d’Aosta in rappresentanza dell’Associazione ASAMSI.  

Scrittore che opera nel campo della fantasia, spaziando dalla fiaba al fantasy, con uno sguardo alla filastrocca e alla poesia; ha pubblicato un primo libro autobiografico intitolato “La battaglia contro il nulla”, due favole in altrettante edizioni di “Racconti dal Piemonte”, un libro di filastrocche dal titolo “le filastrocche della buonanotte” e il romanzo fantasy “L’incanto della luna rossa”. 

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