Oggi abbiamo il piacere di intervistare lo scrittore Lorenzo Zucchi, noto anche come “scrittore a piedi nudi” per la sua grande passione di camminare scalzo. Questa abitudine ha influenzato profondamente la sua creatività e il suo stile di scrittura. Nell’intervista di oggi approfondiamo con lui questa particolare consuetudine e l’idea che la sostiene.
“Nel 2002, durate una vacanza messicana a Playa del Carmen, narrata con tutti i crismi del diario di viaggio all’interno della raccolta Bandiere per Tutti (Edizioni Underground?, 2021), mi resi conto che tantissima gente di giorno e qualcuno anche di sera camminava per strada senza scarpe, non certo per indigenza, ma per scelta, in un mix ideale di autoctoni e turisti. Quella fu la molla definitiva, sino ad allora avevo camminato scalzo quasi come un ladro, nelle occasioni in cui la cosa poteva essere giustificata, come se ci fosse da dover chiedere il permesso agli altri per la nostra libertà. Dal mio ritorno in Italia, iniziai a muovermi a piedi nudi per Milano, abitudine che mantengo tuttora.”
Come il camminare a piedi nudi influenza la tua scrittura?
“Bella domanda, sai? Ma bisognerebbe fare uno studio approfondito sulla cosa da un punto di vista neuronale. Limitandoci al campo delle ipotesi, immagino che i noti benefici del camminare a piedi nudi si applichino sul mio fisico e di conseguenza sulla mia creatività secondo il vecchio motto latino Mens sana in corpore sano. Provate a leggere Quante bandiere hai? (Edizioni Underground?, 2020) e poi ditemi se quella follia può non derivare da qui.”
Ci sono particolari scene o capitoli nei tuoi libri che sono stati ispirati direttamente dalle tue esperienze camminando a piedi nudi?
“Nei miei libri, perlomeno in quelli adatti a un messaggio del genere, c’è sempre un personaggio che cammina a piedi nudi in qualche momento del libro. Può farlo per tutta la vacanza in Grecia, come la mitica Sam(antha) de La stagione dei grandi amori (Amazon KDP, 2023) o magari solo a fine libro dopo aver gettato la maschera in una situazione specifica, come la Distry del nuovissimo I Film belli li danno solo di notte (tra pochissimo sul mercato). Entrambe le situazioni descritte derivano direttamente o indirettamente da esperienze personali.”
Nei tuoi libri quali sono i temi ricorrenti e i messaggi legati al camminare a piedi nudi?
“Se parliamo di temi ricorrenti legati allo stile a piedi nudi, penso che il primissimo sia l’esigenza di libertà, che già si esplicitava bene nell’intro di Giochi senza bandiere (Edizioni Underground?, 2023) dove segnalavo la necessità di scegliere sempre le destinazioni dei viaggi di testa propria. L’altro è l’accettazione di se stessi, che sembra un giochetto e invece è la cosa più difficile di tutte, specie quando tutto il mondo continua insistentemente a volerti in un altro modo. E persino la serenità di fronte al destino avverso, come narrato in Quel che resta della memoria (Milano Meravigliosa, 2023) non può che derivare da un certo stato d’animo che è causa o deriva del camminare scalzo.
“Rituali di scrittura non ne ho, salvo prediligere la postazione di lavoro classica e la programmazione dei capitoli il giorno prima. Scrivendo in casa, il piede nudo non viene nemmeno percepito come elemento sensoriale extra, dato che in casa è scontato restare senza scarpe. Nei reading collettivi di Cose Underground? leggo a piedi nudi. Nelle presentazioni dei libri invece è sempre un terno al lotto scegliere come presentarsi, e qui arriviamo alla prossima domanda.”
Hai mai affrontato delle difficoltà o delle critiche per questa tua abitudine? Come le hai superate?
“Penso e spero che sia una battuta. Ho affrontato di tutto, dalla discriminazione al bullismo, dall’esclusione alle risatine, dal compatimento al rifiuto. Il mondo là fuori non è che sia così aperto, purtroppo, e l’Italia non brilla di certo per progressismo. Sono coltellate alla mia autostima e mi fanno passare qualche momento spiacevole. Tutto sta a dar loro il giusto peso: è normale non piacere a tutti, ma chiunque dovrebbe essere messo in grado di poter fare il se stesso e basta.”
Cosa consigli a chi vorrebbe iniziare a camminare a piedi nudi?
“Mi hanno proposto di scrivere un piccolo manuale al riguardo, per cui non posso spoilerare. Scherzo! Suggerirei intanto di iniziare in luoghi perfetti come un trekking in natura o una passeggiata lungomare di piastrelle e poi piano piano di estendere l’abitudine alla quotidianità. Il piede si adatta in fretta, molto più del cervello. Grazie per questa intervista così particolare!