Viola, la protagonista di Prima che la neve si sciolga, è una studentessa appena approdata a Tampere, in Finlandia, dove si scontra con un’atmosfera surreale, in cui la neve avvolge indistintamente cose e persone. La sua è stata una scelta drastica: allontanarsi dal calore dell’Italia, dalla solita routine e da un’emotività che non sa gestire. Fondendosi col paesaggio nordico e cambiando gradualmente con esso, Viola riesce a guardarsi più a fondo e scoprire in sé stessa sentimenti meno rigidi di quelli a cui pensava di doversi attenere.
Come è nata la tua passione per la scrittura e come hai concepito la trama di Prima che la neve si sciolga?
Ho sempre amato scrivere. La scrittura mi diverte e mi rende malinconica allo stesso tempo, scatena in me sensazioni sempre contrastanti e bellissime. Quando scrivo posso spaziare con la fantasia, staccarmi dalla realtà e crearne una a mio piacimento. Posso inventare un personaggio, dargli un nome, metterlo in un posto qualunque nel mondo, posso estremizzare una certa situazione, esprimere un lato sensibile o volgare a seconda di ciò che sto raccontando. Posso essere infinite cose, non una sola come spesso accade nella vita reale.
La scrittura può dare adito a vastissime interpretazioni o sfumature, in ciò che racconto possono ritrovarsi cento, mille persone oppure nessuna. La scrittura è democratica e trasversale, è pura libertà. Venendo alla trama di “Prima che la neve si sciolga”, ho vissuto a Tampere per 6 mesi nel lontano 2005 e appena ho deciso di scrivere un romanzo, la mia mente è subito volata in Finlandia. E sono partita proprio dalla pista di atterraggio dell’aereo, dal descrivere quel paesaggio che nel gennaio di quasi ben 20 anni fa mi trovai davanti agli occhi e che mai dimenticherò.
Tutto il resto è venuto man mano che scrivevo; non avevo previsto di far andare la storia nella direzione che leggerete, l’intento iniziale era solo di “giocare” con il paesaggio probabilmente per rendergli giustizia e far conoscere ai miei lettori un posto diverso. In realtà spero di aver fatto di più, di aver lasciato un messaggio più ampio.
In che modo hai sviluppato il personaggio di Viola? È ispirato a qualcuno che conosci o a esperienze personali?
Nel romanzo c’è una nota autobiografica, in quanto io stessa nel lontano 2005, per ragioni diverse da quelle che racconto, decisi di scappare nel paese più lontano che l’università mi concesse di scegliere. Il paese in questione era proprio la Finlandia, un luogo stupendo e sconvolgente allo stesso tempo, rispetto a cui non si può rimanere indifferenti, soprattutto se si ha l’occasione di viverlo nella stagione invernale e per un periodo abbastanza ampio come è successo a me.
Così è nata l’idea di approfittare di quei paesaggi straordinari, il cui ricordo, mentre scrivevo, era ancora molto vivido in me nonostante gli anni trascorsi, per sviluppare gli impulsi, le paure, le emozioni, le angosce e le gioie di Viola. Ho voluto far avanzare parallelamente le due cose, attraverso il racconto di una serie di esperienze tipicamente finlandesi, come la sauna, il barbecue nei cottage, la pesca sul lago ghiacciato, il polo Nord e la sua magnifica aurora boreale. Mi sono servita di questi riferimenti, reali e realmente vissuti in prima persona, per creare delle situazioni che ogni volta andassero in qualche modo a far maturare un sentimento nuovo in Viola, fino alla sua completa metamorfosi che coincide appunto con la fine dell’inverno e l’arrivo della primavera.
Cosa ti ha motivato a scegliere la Finlandia come ambientazione per il romanzo?
Il motivo principale è che in Finlandia ci ho vissuto.
Chi mi conosce sa che ho un blog di viaggi, dove racconto in una chiave molto emotiva le mie esperienze di viaggio e i paesi che ho visitato. E chi ha letto questo blog, sa anche che lì non c’è un post sulla Finlandia. Non l’ho mai scritto di proposito. Avendoci vissuto per un periodo abbastanza lungo, dedicargli un post di poche righe mi sembrava riduttivo, oltre che non avrei saputo come impostarlo per farci entrare tutto ciò che la mente mi suggeriva.
D’altra parte, a un certo punto, non scriverne affatto mi è sembrato offensivo, prima di tutto nei confronti di me stessa. Volevo e dovevo lasciare una traccia del mio passaggio in quel paese, così ho deciso di intitolargli direttamente un romanzo. Inoltre, la bellezza e l’unicità di quei luoghi si sono prestate meravigliosamente alla storia introspettiva di Viola, creando un’ambientazione perfetta, e chissà che non siano stati proprio i paesaggi nordici, la neve sconfinata e l’incredibile silenzio, a suggerirmi la trama del romanzo.
Quali tematiche principali desideravi esplorare attraverso la storia di Viola?
Non c’è una sola tematica, o determinate specifiche tematiche, che desideravo esporre con Prima che la neve si sciolga. La verità è che ho voluto concedere al lettore una propria chiave di lettura, portando come esempio la storia di Viola. Tutto parte dal verificarsi di una situazione di difficile gestione, che a chiunque potrebbe capitare nella vita. Le soluzioni possono essere tante, o perfino nessuna. Per Viola, ho scelto la fuga, cioè un viaggio. Il motivo è che credo che viaggiare aiuti tantissimo. A liberare la mente innanzitutto, ad alleggerire certi pensieri negativi, a farci vedere le cose sotto un altro punto di vista e aprirci nuovi orizzonti.
Durante un viaggio possiamo mescolarci e confonderci con il mondo, sentirci infinitamente piccoli rispetto ad esso. Ridimensionare noi e i nostri problemi che possono diventare infinitamente piccoli, fino quasi a sparire. Viaggiare regala questa magia. E anche se ovunque ci troveremo, dovremo sempre fare i conti con noi stessi e con i nostri fantasmi (perché se sono nella nostra testa, purtroppo ci seguiranno ovunque, nostro malgrado), viaggiare ci darà una nuova forza per affrontarli. Ed è questa la vera tematica del libro. Una visione molto intima che ho espresso tramite Viola e la delicatezza della sua crescita, e che mi auguro i miei lettori potranno condividere o almeno riconoscere.
Come descriveresti l’evoluzione della protagonista dall’inizio alla fine del libro?
La protagonista, Viola, decide di allontanarsi da un trauma, da una situazione che non è in grado di affrontare. Ha bisogno di elaborarla o di dimenticarla. È confusa. Forse deve solo fare i conti con sé stessa. Quindi sceglie la soluzione apparentemente più facile: scappa. E va in un paese che è agli antipodi, il più lontano possibile, ciò che desidera è nascondersi. Decide di andare in un luogo perennemente innevato, secondo lei quello è il posto ideale. La neve le dà la sensazione di posare un foglio bianco su ciò che le è capitato, di cancellare e ricominciare da capo. E qui, in Finlandia, in effetti Viola ricomincia da capo. Pezzetto dopo pezzetto si riscopre, vive tante piccole esperienze che le faranno capire determinate cose rispetto a quel trauma iniziale. Il filo conduttore di tutto il libro è che questa riscoperta avviene insieme al mutare delle stagioni nordiche, quindi lentamente si passa dal rigido inverno e dalla neve che ricopre tutto, ad una timida primavera che vede l’inizio dello scioglimento di questo manto bianco, proprio nel momento in cui Viola finalmente ritrova il suo io interiore.
Prima che la neve si sciolga può essere considerato un romanzo di formazione. Quale messaggio speri di trasmettere ai lettori?
Prima che la neve si sciolga è una storia di rinascita, di crescita personale e di ricerca di un io interiore che si realizza e concretizza grazie a un viaggio in un paese che oserei definire strano, diverso dal solito. Tutto il libro potrebbe essere inteso come un viaggio nel viaggio. Il messaggio è un po’ questo. Credo che la storia di Viola possa essere molto reversibile, applicata a tantissime situazioni e in cui molti lettori potrebbero ritrovarsi per una ragione o l’altra. In fondo, se ci pensiamo bene, è una cosa che può capitare a chiunque.
Una situazione che ci destabilizza, che ci rende inquieti. Il classico “momento no”. Sono una viaggiatrice accanita e i viaggi, che in sostanza si traducono nell’allontanarsi da qualcosa o qualcuno o semplicemente nel prendersi una pausa per sé stessi, personalmente mi hanno sempre aiutata: ho preso tante decisioni mentre ero lontana da casa, riguardo il lavoro, le persone, la vita in generale. E non mi sono mai pentita una sola volta. Neanche Viola si pentirà, anzi sarà grata a sé stessa di aver preso quell’aereo per Tampere.
Hai altri progetti futuri che si collegano a questo libro o a tematiche simili?
In realtà al momento non ho idee strettamente collegate a questa trama o alle tematiche trattate in “Prima che la neve si sciolga”. Quindi, anche per rispondere ai molti che me l’hanno chiesto, in cantiere non c’è – per ora – un seguito della storia di Viola.
Ho iniziato a lavorare su un progetto diverso e molto più autobiografico, che in comune con questo romanzo dovrebbe mantenere solo l’ambientazione estera, che però stavolta non si sviluppa in Finlandia. Naturalmente è troppo presto per svelare altri dettagli, le idee possono cambiare e cambieranno di sicuro in corsa d’opera. È proprio questo il bello dell’arte: non si conosce mai il risultato finale, finché non si arriva davvero al risultato finale.