“La signora dell’avventura” un romanzo satirico e brillante: intervista all’autrice Raffaella Bossi

Anita Palladio, giornalista free lance e autrice di best sellers internazionali, si ritrova a un bivio cruciale nella sua carriera. La nuova stella del firmamento letterario, Vanessa Liberti, ha spostato gli equilibri del mercato editoriale, e il messaggio del suo editore è chiaro: più sesso e un pizzico d’amore, o rischi di essere dimenticata. Per Anita, però, i sentimenti e le relazioni personali sono un vero incubo, e quando il suo editore le ordina di inserire scene di sesso nei suoi libri per soddisfare le richieste del mercato, tenta di adattarsi, ma non riesce a snaturarsi.

La signora dell’avventura è una commedia brillante e comica, dove la protagonista Anita si trova a fronteggiare non solo le pressioni del mercato editoriale, ma anche un esercito di alleati inaspettati. Tra questi ci sono le amiche scrittrici Paola e Giulia, il severo e affettuoso padre, il generale Palladio. Anche la madre, fresca di divorzio dal secondo marito, non manca di dare il suo contributo in questa esilarante battaglia contro la superficialità e la decadenza dei valori.

L’autrice Raffaella Bossi ha dato vita a una protagonista originale e indimenticabile: Anita è una donna che incarna i valori che la società odierna tende a dimenticare, come l’educazione, il rispetto e l’onore. La sua forza, determinazione e coraggio sono incredibili, ma è il suo lato fragile che la rende così umana e vicina a noi. La paura di soffrire in amore la porta a evitare relazioni profonde, rivelando un’anima vulnerabile.

Questa complessità emotiva, abilmente creata dalla scrittrice, permette al lettore di entrare subito in sintonia con il suo personaggio, di affezionarsi alla sua storia e di seguirla nelle sue peripezie. La scrittura di Bossi non si limita a descrivere eventi e situazioni, ma penetra nel cuore e nella mente di Anita, rivelandone le ansie, le speranze e le fragilità con uno stile narrativo vivace e incisivo.

L’empatia che Anita suscita è il frutto di una scrittura che riesce a catturare e toccare corde profonde, facendo emergere emozioni e attimi di introspezione colorata da tanta ironia. Ogni decisione, ogni dubbio e ogni piccola vittoria della protagonista diventano importanti anche per il lettore, che si trova a vivere le vicende come se fossero proprie. L’abilità narrativa di Bossi nel mescolare umorismo e riflessione crea dipendenza: una storia mai banale e ricca di sfumature. Un libro che assicura riflessioni e risate a non finire, e un invito a prendere la vita con leggerezza.

Raffaella Bossi sa come incantare i lettori affrontando le perplessità del mondo editoriale con una comicità tagliente e un’ironia irresistibile. La sua scrittura è un fuoco d’artificio di battute brillanti e osservazioni pungenti, capaci di tenere incollati alle pagine. Ogni personaggio del libro è disegnato con maestria, le interazioni e i dialoghi sono un vero spasso, creando un mosaico di momenti e avventure esilaranti. La signora dell’avventura offre una lettura leggera e piacevole, ma allo stesso tempo invita a riflettere su tematiche attuali.

La trama si snoda con un ritmo vivace, portando il lettore verso un finale sorprendente. Lo stile di scrittura è un’ondata di energia, sempre pronto con la battuta perfetta, che illumina ogni scena. I dialoghi sono pervasi da un’ironia sottile che non lascia mai indifferenti. L’atmosfera del libro è frizzante, satirica e irresistibile, accentuata dalla rappresentazione di un mondo editoriale superficiale e ossessionato dalle vendite. Questa critica, velata dall’umorismo, non solo diverte, ma fa anche riflettere, rendendo il romanzo di Bossi un vero gioiello per chi ama l’umorismo intelligente e la satira.

La signora dell’avventura di Raffaella Bossi è un romanzo imperdibile per chi ama l’umorismo intelligente e la satira. La comicità travolgente e la critica arguta di Bossi creano una lettura che non solo diverte, ma anche spinge a riflettere sulle complessità e le contraddizioni del mondo editoriale. Un romanzo consigliato a chiunque voglia ridere di gusto e, al contempo, esplorare le dinamiche spesso assurde che regolano il settore. Un vero gioiello della narrativa contemporanea che promette di conquistare i lettori, offrendo un’esperienza di lettura fresca e coinvolgente.

Intervista all’autrice

Come è nata la tua passione per la scrittura e da dove hai tratto l’ispirazione per una trama così originale?

Diciamo che fin da ragazzina ho sempre amato scrivere storielle divertenti da regalare prima ai miei genitori e poi alle mie amiche. Niente a che vedere con un romanzo, però. Il primo è nato per caso, molti anni dopo. Ero a casa in maternità e, mentre Lapo faceva il suo pisolino pomeridiano, mi sono messa al computer e ho scritto. Il file è rimasto lì qualche giorno, poi l’ho riletto, mi è piaciuto e ho continuato a scrivere fino a che è diventato un romanzo. L’ho inviato a un concorso, l’ho vinto e voilà: è nato L’avvocato e il colonnello, ora ripubblicato con il titolo Come rubare cento milioni di dollari e vivere felici. Non ho più smesso di scrivere.

Puoi presentarci Anita, la protagonista del tuo libro?

Anita Palladio è una reporter di guerra, figlia di un generale dell’esercito italiano. È cresciuta con un’educazione rigida, dove disciplina, ordine e rispetto erano le regole imprescindibili. Forte delle sue conoscenze, Anita scrive anche romanzi di guerra e spy story, riscuotendo successo, tanto che la critica le ha affibbiato il nome de “La signora dell’avventura”. È una donna forte, determinata e coraggiosa, ma ha anche un lato delicato e vulnerabile. È terrorizzata dai sentimenti e dall’amore, ha paura di soffrire di nuovo a causa di una relazione, così si trincera nel suo mondo fatto di viaggi in luoghi sperduti e pericolosi, interviste ai signori della guerra e romanzi dove intreccia realtà e fantasia. Pur non essendone cosciente, è dotata di un grande sense of humor, per cui i dialoghi che intrattiene con se stessa sono improntati sull’ironia e il sarcasmo.

La trama del romanzo riflette il conflitto tra i valori personali di Anita e le richieste del mercato editoriale. Che tipo di riflessione emerge dal testo?

Anita, personaggio letterario, incarna dei valori che l’odierna società tende a dimenticare, valori come l’educazione, il rispetto, l’onore. È una donna che, in apparenza, potrebbe essere nata nel secolo scorso. Quando si ritrova, su ordine del suo editore, a dover inserire scene di sesso nei suoi libri perché è quello che vuole il mercato, cerca di adeguarsi, ma non ci riesce. Quindi, nel suo stile, dà battaglia perché crede fermamente che la letteratura, di qualsiasi genere essa sia, è cibo per l’intelletto. E come non dovremmo mangiare schifezze, così non dobbiamo leggerne. Un libro può essere divertente, comico, satirico, istruttivo, intrigante, intricato, ma non deve mai essere volgare.

Del resto Shakespeare in Romeo e Giulietta, Jane Austen in Orgoglio e pregiudizio e Lev Tolstoj in Anna Karenina, non sono scesi nei dettagli per descrivere grandissime e indimenticabili storie d’amore, no?

Quale stile narrativo e atmosfera possono aspettarsi i lettori?

Uno stile brillante, dove la battuta è sempre pronta. I dialoghi sono improntati sulla confidenza che c’è tra i vari personaggi, ma anche formali, seppure sempre ironici, quando le circostanze lo richiedono. L’atmosfera è satirica, accentuata dalla rappresentazione del mondo editoriale, descritto come superficiale e ossessionato dalle vendite. La nuova star, Vanessa Liberti, rappresenta ciò che Anita rifiuta di diventare, enfatizzando il contrasto tra il successo commerciale e l’integrità artistica.

Le relazioni familiari sono un aspetto centrale nella narrazione. Anita ha un rapporto complesso con il padre, un generale dell’esercito, che le ha impartito un’educazione severa e rigida. Questo influisce profondamente sul suo carattere e sulle sue scelte di vita. Le amicizie di Anita sono solide e genuine; le sue amiche rappresentano un rifugio sicuro dove può essere se stessa. L’amore, invece, è un territorio minato per Anita. La paura di soffrire ancora la porta a evitare relazioni profonde, nonostante il suo desiderio di connessione e intimità.

Un altro elemento è la presenza di un talk show. Anita, in quanto figura pubblica e autorevole reporter, è invitata a parteciparvi per discutere proprio di libri e letteratura, come controparte a Vanessa Liberti.  Nascono momenti imbarazzanti ma anche di scontro, dove Anita non teme di esprimere le sue opinioni con fermezza e passione, mettendo in luce sia la sua competenza sia il suo carattere ironico e tagliente.

“La signora dell’avventura” è stato numero uno tra i best seller umoristici. Quali soddisfazioni hai avuto da questo punto di vista come autrice?

Onestamente: enormi! Al di là del fatto che vedere un proprio titolo al primo posto della classifica ripaga delle notti passate alla tastiera, il ricevere email e recensioni dove i lettori mi ringraziavano di averli fatti ridere e aver fatto loro dimenticare, almeno per il tempo della lettura, le loro vicissitudini, mi ha riempito di orgoglio e di gioia. “La signora dell’avventura” ha decisamente indirizzato la mia scrittura verso uno stile brillante. Io sono partita scrivendo avventura e spy story, generi che adoro leggere. Tuttavia, forse causa o merito della mia indole burlona, ho sempre messo tra le righe qualcosa che facesse sorridere. Ebbene, ora lo faccio molto, ma molto spesso. Non lo sapevo, ma il buon umore e la risata creano dipendenza.

C’è un messaggio particolare che desideri trasmettere attraverso la tua scrittura?

Sì, ed è racchiuso in una frase di paternità dubbia (alcuni l’attribuiscono a Robert Oppenheimer, altri a Elbert Green Hubbard). Non prendete la vita troppo seriamente, comunque vada, non ne uscirete vivi. Un invito a prendere la vita con leggerezza, che non vuol dire essere superficiali, significa riuscire a sorvolare le brutture e i problemi della vita e passare oltre, verso un futuro che dobbiamo sperare migliore.

Hai scritto molto nel corso degli anni. Puoi raccontarci qualcosa di più sulla nuova serie di libri “Delitti e profumi”?

Io non sono una scrittrice che programma quello che deve scrivere. Di norma, mi metto alla tastiera e butto giù l’idea che mi viene in quel momento. Poi, se mi piace, continuo, sempre facendomi portare dalla fantasia. Con In fragranza di reato il primo della serie, mi sono trovata con il cadavere di un conte in un orto e la voce narrante era piena di ironia. Mi ha divertito, così sono andata avanti e sono nati anche gli altri personaggi: un commissario, una PM, un architetto e uno psichiatra che in comune hanno il fatto di vivere tutti in un B&B di proprietà di una maître parfumeur. Così le indagini ufficiali si intersecano con quelle ufficiose. Non mi aspettavo che sarebbe piaciuto così tanto, tant’è che il quarto volume uscirà a novembre. A quanto pare, i lettori hanno apprezzato la commedia poliziesca, dove si indaga, ma si ride anche tanto.

Stai lavorando su altri progetti letterari al momento?

Ho appena terminato di scrivere il quinto libro della serie, ma ho in mente l’idea di una commedia brillante: la storia, raccontata dalla moglie, della gelosia del marito nei confronti della figlia femmina alle prese con i primi amori. Il classico papà italiano, per cui nessun pretendente va bene per la propria bambina… mio padre era così! Parto quindi avvantaggiata.

 

Raffaella Bossi legge moltissimo, scrive tanto e, se fa altro, pensa al prossimo capitolo. Trasforma le proprie conoscenze in personaggi, a volte capita che li uccida. Viaggia per non rimanere a corto di ambientazioni. È una donna fedele, ma solo al marito, mai ai generi letterari: è passata dal romanzo storico, al thriller politico, all’avventura, ma commedia, umorismo e satira sono i suoi cavalli di battaglia. Al momento scrive cozy mystery che divertono lei e anche i suoi lettori. Il suo entourage di fiducia sono tre boxer.

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