In questo articolo approfondiremo il concetto di felicità nelle due opere dell’autore romano.
La felicità come condizione interna
Cos’è la felicità? Fin dall’alba dei tempi, filosofi e pensatori si sono interrogati su questo tema fondamentale. L’autore Claudio Mario Cherubini si inserisce in una lunga tradizione, esplorando nelle sue opere la complessità dell’animo umano, la ricerca di significato e, soprattutto, il cammino verso il raggiungimento della felicità. I suoi libri sono caratterizzati da una ricerca spirituale ricca di introspezione e riflessione filosofica, che invita i lettori a interrogarsi sul proprio percorso esistenziale, sulle menzogne della mente e i pensieri limitanti come ostacoli verso la felicità interiore.
Claudio Mario Cherubini scrive:
La felicità giunge dunque attraverso la consapevolezza che porta riconsiderare la vera felicità come una condizione interna, raggiungibile attraverso la comprensione di sé stessi, l’accettazione delle sfide esistenziali e la consapevolezza delle proprie potenzialità.
Nei suoi due libri Cherubini non si limita a offrire risposte definitive, ma stimola il lettore a esplorare le diverse prospettive e a meditare sulle lezioni delle culture del mondo. Leggendo le sue opere, infatti, ci si immerge in un viaggio attraverso fonti, citazioni, aforismi e favole provenienti da culture diverse, dalle qualiprende forma il pensiero peculiare dello stesso autore.
Felicità e sviluppo personale: la metafora dello scalatore
L’autore romano concepisce la felicità come uno stato di quiete e di equilibrio, una visione che in parte trae ispirazione sia dalle filosofie orientali che dall’epicureismo. Questa concezione si distacca nettamente dalle comuni associazioni della felicità con il possesso di beni materiali o la soddisfazione di desideri esterni. Cherubini, nei suoi scritti, suggerisce come la vera felicità sia anzitutto un’esperienza interiore, caratterizzata dal distacco dalle gabbie mentali e da uno stato di quiete radicato nella pace della mente e nell’espansione del pensiero.
Ma cosa significa? In uno dei suoi libri si legge:
Quando espandiamo il nostro pensiero, accediamo a livelli superiori dai quali abbiamo una visione completamente diversa della situazione. Come uno scalatore che salendo verso la cima della montagna può godere di un panorama sempre più bello e ampio.
Il concetto di felicità secondo Cherubini è intrecciato con il concetto di sviluppo personale e espansione del pensiero, per andare oltre le gabbie dell’apparenza. Cherubini utilizza la metafora dello scalatore per illustrare come l’espansione della mente possa portare a una comprensione più profonda e completa della vita e delle proprie esperienze.
Questo processo di crescita interiore e di espansione della consapevolezza è strettamente legato alla ricerca della felicità autentica e al distacco dalle illusioni. Cherubini sottolinea la necessità di liberarsi dai desideri fallaci e dai pregiudizi per raggiungere uno stato di serenità. La felicità, quindi, non è il risultato di ciò che possediamo o di ciò che accade intorno a noi, ma piuttosto un cammino esistenziale che emerge quando ci disconnettiamo dalle distrazioni e dalle preoccupazioni, permettendo alla nostra mente di trovare la pace e la stabilità.
Questo cambiamento di prospettiva permette di riconoscere ciò che è veramente importante e duraturo. Invece di cercare la felicità in cose materiali o nelle approvazioni degli altri, impariamo a trovare gioia e soddisfazione nelle esperienze interiori, nella crescita personale e nella connessione profonda con noi stessi e con il mondo circostante.
La salita verso la cima della montagna dunque rappresenta il viaggio di auto-conoscenza. Ogni passo che facciamo verso l’alto ci porta a un maggiore distacco dalle preoccupazioni e dai desideri effimeri, permettendoci di avvicinarci a uno stato di serenità e di pace interiore. Questo percorso non è sempre facile e richiede impegno, ma la ricompensa è una felicità imperturbabile, che non dipende dalle circostanze esterne, ma che è radicata nella nostra essenza più profonda.
La felicità è dentro di te
Quando Cherubini afferma che Spesso cerchiamo la felicità nelle cose materiali, negli altri, ma questa è felicità effimera intende sottolineare la fugacità e l’inconsistenza della felicità basata su fattori esterni. Le cose materiali possono dare un piacere momentaneo, ma non possono garantire una felicità duratura. Allo stesso modo, cercare la felicità negli altri ci pone in una posizione di dipendenza emotiva, esponendoci a delusioni e insoddisfazioni.
La felicità autentica, secondo Cherubini, è uno stato di equilibrio interno, dove l’individuo, come un ricercatore spirituale, è in armonia con sé stesso e con il mondo. Questo stato di quiete è il risultato di un lavoro interiore di ricerca, di auto-conoscenza, accettazione e gratitudine nei confronti della vita. In altre parole, è una felicità che nasce dall’essere presenti a sé stessi, muovendosi oltre i pensieri disturbanti che la mente partorisce e che nascono da giudizi affrettati o errati.
Cherubini ci invita quindi a rivolgere lo sguardo dentro di noi, a coltivare la consapevolezza e a sviluppare una connessione profonda con la nostra essenza più autentica. Solo attraverso questo percorso interiore possiamo scoprire una felicità che non è legata a ciò che possediamo o a chi ci circonda, ma che è intrinsecamente connessa al nostro percorso esistenziale di riscoperta.
I libri di Claudio Mario Cherubini offrono una guida interessante e originale per chiunque desideri esplorare la natura della felicità. Essi ricordano che la felicità non è qualcosa da trovare fuori, ma qualcosa da coltivare dentro di sé. Solo attraverso la ricerca spirituale e la quiete interiore possiamo raggiungere una felicità autentica e duratura.