“Tre gocce di baci al giorno” (Nolica Edizioni) è il romanzo d’esordio di Elisabetta Barbera, autrice già affermata e conosciuta nel mondo dell’editoria come poetessa. Ha pubblicato la silloge poetica “Soffi d’amore” (Venaplus Edizioni, 2022) e la raccolta “Scatti d’amore” (Robin Edizioni, 2022). Nel 2023 ha pubblicato la terza raccolta “Tutti i fiori del mondo” (4 Punte Edizioni), con cui ha vinto la XVII edizione del Premio Letterario Nazionale Giovane Holden. Una scrittrice poliedrica e appassionata, capace di condurre il lettore in una dimensione poetica, raffinata e ricca di emozioni, ma senza mai perdere di vista il respiro concreto e universale della vita.
“Tre gocce di baci al giorno”, titolo suggestivo e quasi rarefatto, è una storia che accarezza l’anima accompagnando il lettore in un mondo puro e innocente – quello infantile di Giselle e Mattie – per poi stupirlo con avvenimenti imprevedibili e sconvolgenti. Circostanze che vedono la protagonista Giselle crescere in fretta, in maniera repentina e quasi violenta, portandola dal sogno alla realtà concreta, e a volte dura, della vita.
Una storia delicata, profonda e toccante, capace di emozionare ma che non rinuncia ad affrontare argomenti difficili e tematiche molteplici e complesse, affrontate con consapevolezza e grande umanità.
La trama
Giselle Dumonde è una dodicenne che vive a Parigi insieme alla sua bizzarra famiglia. Il fratello Mattie di otto anni, autistico e con un dono raro per il pianoforte, è il suo grande amore e lei si sente, ed è, la sua custode. Per la famiglia Dumonde solo la felicità poteva entrare dalla porta di casa, ma un giorno qualunque la prematura morte dei genitori fa irrompere il caso – e una sorte crudele – nelle loro esistenze obbligando Giselle e Mattie a trasferirsi da zia Ginevra, in Italia. Apparentemente anaffettiva e votata solo al lavoro, Ginevra compie il primo atto che sconvolge la vita della giovane ospite, costringendola a rileggere tutta la propria esistenza: allontana da lei il suo amato fratello Mattie. Da quel momento la dolce ragazzina non sarà più la stessa. Tra sensi di colpa e un cuore chiuso ai sentimenti, Giselle, divenuta ormai donna, dovrà decidere di affrontare i propri fantasmi per liberarsi dal dolore e tornare a sorridere e ad amare.
Elisabetta, lei nasce come poetessa, ha scritto già tre opere e ha vinto un importante Premio letterario (la XVII edizione del Premio Giovane Holden): come si è approcciata alla narrativa e perché?
«In realtà nasco come poetessa per caso o per destino dopo essermi avvicinata alla poesia, che già amavo e leggevo da tempo, su Instagram entrando in gruppi che la divulgavano e partecipando a contest e varie sfide poetiche. Ho scoperto la mia vena poetica così e l’ho amata tanto ma la mia indole è sempre stata portata alla scrittura narrativa fin da quando, poco più di ventenne, decisi che avrei scritto un romanzo. Le vicissitudini della vita mi hanno portata altrove ma non ho mai abbandonato l’idea fin quando ho trovato l’incipit e il momento propizio per farlo. Il mio primo romanzo l’ho scritto tutto d’un fiato e l’ho amato tanto. Ho ritrovato una passione che mi ha sommersa e non mi sono più fermata».
Nel suo romanzo la protagonista, Giselle, ha un fratello autistico, Mattie, con cui ha un legame viscerale e autentico. Il modo in cui affronta il tema della disabilità è molto toccante, e lo fa con delicatezza ma anche in modo molto realistico. Perché ha voluto inserire questa tematica e quale messaggio intende lanciare?
«La tematica dell’autismo come forma di disabilità, o meglio diversità, mi sta molto a cuore perché la vivo quotidianamente avendo un figlio con questo disturbo. Volevo scrivere di qualcosa che conoscevo bene e che mi tocca il cuore ogni giorno, perché è un amore che ti invade e ti risucchia: è come un terzo occhio che sa vedere oltre e sentire con intensità maggiore. Parlo dell’autismo vissuto dalle persone vicine alla persona che ne è colpita – i familiari – e quanto questo amore possa essere totalizzante ma anche annientante. Il messaggio che volevo lasciare era proprio questo: avere un familiare stretto autistico ti rende migliore nella vita, ma è anche un grande peso e dolore per tutto quello che non sarà, inutile negarlo».
“Tre gocce di baci al giorno” è un romanzo dal respiro poetico, sentimentale, ma c’è anche l’ingrediente del colpo di scena che assegna al racconto una sfaccettatura imprevedibile. Sotto quale genere classificherebbe il suo libro?
«Sicuramente classifico il mio romanzo nei romanzi di formazione poiché porto sulle righe la vita della protagonista che da bambina arriva all’età adulta con tutte le sue problematiche che verranno affrontate e risolte gradualmente. La vita stessa, nella sua normalità, porta spesso a colpi di scena che ci fanno prendere delle strade piuttosto che altre».
Dopo aver narrato l’infanzia di Giselle arriviamo di colpo all’età adulta: il registro cambia in modo quasi drastico. Nel racconto si avverte una sorta di trasformazione: da un fraseggiare poetico, quasi etereo, ad uno più concreto e confidenziale. C’è un’intenzionalità concettuale e/o stilistica in questo cambio repentino? Come ha lavorato per la riuscita di questa coerenza narrativa che si evince attraverso la dualità?
«Penso che tutto il romanzo sia molto poetico, non mancano mai infatti similitudini che lo rendono tale. Nell’età bambina forse di più perché non si ha ancora il senso della realtà e l’immaginazione è più viva, “a briglie sciolte” direi. Mi sono quindi lasciata andare di più nella prima parte al fraseggiare poetico nell’età della spensieratezza ma poi un romanzo ha bisogno di una parte più concreta per catturare l’attenzione del lettore con fatti che non facciano annoiare e che colpiscano a suon di tamburo. Ho quindi alternato la parte poetica con la cruda realtà per renderlo un romanzo vero».
Ad un certo punto della storia, la protagonista decide di affrontare un percorso terapeutico per risolvere alcune sue fragilità interiori. Giselle, inizialmente scettica, trova poi un sollievo insperato e ne esce appagata e rinata. Cosa pensa della psicoterapia come modalità di risoluzione di problematiche legate alla sfera emotiva?
«Sono molto favorevole alla psicoterapia come cura dei disagi emotivi. Penso che con una buona terapia si possano superare eventi traumatici e liberare la strada dai detriti del senso di colpa o della paura per iniziare a vivere la propria vita. La consiglierei sicuramente a una persona che sta attraversando un momento difficile: superarlo da solo può essere quasi impossibile se non continuando a portarsi dietro un bagaglio pesante che limita».
Il suo romanzo si colora di sentimenti forti e vivi: la fratellanza, l’amicizia, la solidarietà, l’amore. Quanto sono importanti e che posto occupano per lei questi valori nella scrittura?
«Sono tutti temi molto importanti che stanno alla base della nostra vita quotidiana, senza di essi c’è il nulla. Riportarli nella scrittura dà ad essa una veridicità in cui il lettore può riconoscersi perché ognuno di questi valori attraversa la vita delle persone. Sono i temi che più amo perché autentici e facili da ripercorrere come se fossero i propri. Sono ciò che rende una storia realistica e dal respiro universale».
Autore: Elisabetta Barbera
Editore: Nolica Edizioni
Anno edizione: 2024
Pagine: 294
Prezzo: 16,50 Euro
“Tre gocce di baci al giorno” (Nolica Edizioni, 2024) di Elisabetta Barbera è disponibile sul sito della casa editrice, su internet o preordinandolo in tutte le librerie.