Nel promuovere la riqualificazione energetica in ogni stato membro, la Performance of Buildings Directive dell’Unione Europea, meglio nota in Italia come “Direttiva Case Green”, indica numerose scadenze che lasciano prevedere importanti cambiamenti a cui arriveremo ancora prima delle scadenze fissate della normativa» mettono in evidenza gli analisti di Multicompel Technology, impresa operativa in tutt’Italia nell’ambito dei sistemi elettrici e dell’installazione di impianti fotovoltaici, che stimano di arrivare ad un immobile su 6 in classe “A” entro il 2030.
«Ma è anche e soprattutto l’evoluzione del fotovoltaico che lascia ben sperare, avendo già superato nel 2023, con 470 miliardi di dollari di investimenti a livello globale, tutte le altre modalità di generazione messe insieme, ferme a 406 miliardi di dollari di investimento» puntualizzano gli esperti di Multicompel Technology, basandosi sui dati dell’International Energy Agency (IEA).
Multicompel Technology osserva che, sebbene attualmente solo il 4% degli immobili residenziali italiani sia in classe “A”, oltre il 90% delle nuove costruzioni del 2023 sono state portati in questa classe energetica ed oltre il 40% degli immobili ristrutturati hanno raggiunto anch’essi la categoria “A”.
Un ottimo inizio anche ai fini delle scadenze intermedie previste dalla Performance of Buildings Directive: emissioni zero dal 1° gennaio 2030 per tutti gli immobili di nuova costruzione siano essi residenziali o non residenziali, riduzione del consumo medio di energia del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035 per gli immobili residenziali esistenti e riduzione del consumo medio di energia del 16% entro il 2030 e del 26% entro il 2033 per gli immobili non residenziali esistenti.
Quale è la situazione di partenza? «Dei 14,5 milioni di edifici esistenti oggi in Italia, oltre l’82% è residenziale. Di questi 12 milioni di immobili, la maggior parte è “vecchio”: nel 60% dei casi l’età media è di 59 anni e la classe energetica non certo buona. L’80% degli edifici è in categoria “E”, “F” o “G”, le 3 classi energetiche peggiori. E la metà è nelle due classi peggiori» risponde Viola Lala, Chief Marketing Officer (CMO) di Multicompel Technology, riferendosi ai più recenti dati dell’Istat e dell’Enea.
Quale potrebbe essere la situazione dell’Italia alla scadenza intermedia del 2030 e poi al 2050? Attraverso i suoi modelli statistici, Multicompel Technology ha elaborato uno scenario che tiene conto dell’andamento 2023-2024 e della grande accelerazione che sta avendo il fotovoltaico, chiave di volta nell’efficientamento energetico delle nostre case.
Sul totale degli immobili, secondo le stime di Multicompel Technology, arriveremo a ridurre al 26% quelli in classe “G” entro il 2030 (scendendo ulteriormente al 5% entro il 2050) ed al 35% quelli nelle classi “E” o “F” (scendendo al 23% entro il 2050); mentre registreremo un aumento significativo degli immobili in classe “A”, arrivando al 16% nel 2030 ed al 40% nel 2050. Ma anche nelle classi “B”, “C” e “D” si registrerà un incremento, arrivando al 23% nel 2030 ed al 32% nel 2050.
«È una grande sfida ma anche una grande opportunità. A fronte dei costi da sostenere per l’efficientamento energetico della propria abitazione, le case green offrono vantaggi economici non trascurabili nel lungo periodo» sottolinea Viola Lala, CMO di Multicompel Technology.
Facendo ad esempio salire di 2 posizioni la classe energetica di un appartamento, la riduzione delle bollette è mediamente del 40%, con un risparmio annuo di oltre 1.000 euro. Senza contare poi la crescita del valore dell’immobile.
Secondo la Banca d’Italia, infatti, la vendita di immobili rientranti nelle prime 4 classi energetiche consente di realizzare un prezzo più alto del 25% rispetto agli altri immobili.