Tre donne e un destino che attraversa la storia: “White Rose Hall: l’antenata” il primo capitolo della trilogia dell’autrice Melissa Stuart

White Rose Hall: l’antenata è il primo libro di una trilogia avvincente, un romanzo storico con sfumature sull’affascinante Irlanda celtica. La narrazione si dipana attraverso tre distinti archi temporali che si intrecciano: l’epoca moderna, il XVIII secolo e il II secolo a.C., trasportando il lettore nel meraviglioso mondo della mitologia celtica irlandese. In questo primo libro, l’autrice ricostruisce l’antico patrimonio culturale e mitologico dell’Irlanda celtica legandolo agli elementi tipici del romance storico, con una componente spicy, offrendo un’esperienza di lettura ricca di dettagli e suggestioni leggendarie.

White Rose Hall: l’antenata di Melissa Stuart è un romanzo che affascina e coinvolge trasportando in un viaggio emozionante e misterioso attraverso le vicende di tre donne: Leticia, Lady Annabelle Windham e Arinne. La storia inizia con Leticia che si rifugia a White Rose, l’antica dimora della famiglia di sua madre. La casa, avvolta in un’atmosfera di mistero si rivela presto non solo un rifugio fisico, ma anche un luogo di scoperta interiore.

Leticia trova un diario appartenente a Lady Annabelle Windham, una sua lontana parente: attraverso le pagine di questo diario, si immerge nelle esperienze e nei sentimenti vissuti dalla sua antenata e dall’affascinante personaggio Arinne, di matrice celtica. Scoprendo parallelismi tra le loro esistenze, Leticia apprende lezioni preziose che la aiutano a comprendere meglio se stessa, l’amore e il suo percorso di vita.

Il punto di forza del romanzo è senza dubbio lo stile narrativo dell’autrice Melissa Stuart. La sua scrittura evocativa e dettagliata riesce a dipingere quadri vividi e realistici di personaggi, luoghi e eventi. Ogni descrizione è così accurata che il lettore si sente trasportato direttamente negli ambienti di White Rose. Le atmosfere sono misteriose e oniriche, i dettagli storici delineati con passione rendono l’intera ambientazione suggestiva e affascinante. Mentre attraverso il personaggio di Arinne, l’autrice esplora il mondo dell’Irlanda celtica, portando il lettore in una dimensione indimenticabile e magica. Un intreccio di epoche che dialogano in una storia unica, creando un’esperienza di lettura difficile da dimenticare.

Ma oltre alla bellezza delle descrizioni, ciò che colpisce maggiormente è la profondità emotiva del romanzo. Attraverso il diario di Lady Annabelle, l’autrice intreccia segreti di famiglia, con il viaggio di crescita e formazione interiore delle tre figure femminili. La narrazione parallela delle donne permette di esplorare temi universali come la ricerca della propria identità, il coraggio di inseguire i propri sogni e la forza di affrontare le sfide della vita.

La tematica centrale è la figura della donna, esplorata attraverso le vite e i destini intrecciati delle tre protagoniste. Ciascuna di esse deve affrontare un percorso di crescita per superare il dolore, la rassegnazione e i limiti imposti dalla società e dalle proprie insicurezze. Questo viaggio le porterà a padroneggiare l’arte di amare e rispettare se stesse, distruggendo paure, dubbi e incertezze. Solo così potranno raggiungere la parte più autentica e profonda del loro essere, trovando la forza e la libertà di essere pienamente se stesse.

Le emozioni sono descritte con grande sensibilità, rendendo i personaggi umani e vicini al lettore. Leticia, in particolare, evolve nel corso del romanzo, passando da uno stato di smarrimento a una nuova consapevolezza e determinazione. Il suo viaggio interiore è raccontato con delicatezza, facendo emergere gradualmente le sue paure, speranze e desideri.

In conclusione, White Rose Hall è un romanzo che colpisce per la sua capacità di intrecciare mistero, storia e crescita personale. Melissa Stuart, con il suo stile narrativo ricco e coinvolgente, crea una storia che non solo intrattiene, ma ispira e fa meditare su tematiche ancora attuali, lasciando nel lettore una profonda riflessione sul significato della propria esistenza e sul valore dei propri sogni.

Intervista all’autrice

Come è nata l’idea dei tre libri e come è strutturata la trilogia White Rose Hall?

Inizialmente,  non avevo intenzione di scrivere una trilogia,  infatti il primo libro è nato con un altro nome, “Lo scrigno di Dubaltach” e sarebbe dovuto essere autoconclusivo,  poiché il fine del romanzo era quello di elaborare un dolore personale dato da un inganno perpetrato da un mio collega. Ho poi deciso di creare una trilogia perché ho ritenuto che Annabelle non avesse concluso il suo processo evolutivo e ho voluto inserirla nel contesto storico della Virginia del 1700, ai tempi del pirata Edward Teach,  il “Barbanera”. Mentre per il terzo libro, ho ripreso Leticia e ho concluso la sua evoluzione in un quadro di schiavitù contemporanea. 

Quali ricerche hai svolto per la scrittura di White Rose Hall: L’antenata, considerando anche i numerosi riferimenti alla cultura e mitologia celtica?

È stato piuttosto impegnativo,  perché ho studiato un tomo di ben 600 pagine dedicato alla mitologia celtica irlandese,  ho studiato libri sui celti, libri specifici sui druidi, ho fatto ricerche su siti specializzati e ho letto libri sulle erbe usate a quei tempi.

Presenta le tre figure femminili Leticia, Annabelle e Arinne, cosa le caratterizza e come sono legate le loro storie?

Leticia è una donna intelligente,  pragmatica e una giornalista freelance dedita al suo lavoro. Ma nella vita sentimentale non trova il suo centro come in quella lavorativa.  È in disequilibrio, disconnessa dalla sua anima, legata ad un uomo che non potrà mai farla sentire realizzata.  Annabelle è una Lady del settecento inglese, prigioniera delle imposizioni della società del tempo, che le vietano di scegliere l’amore della vita o la carriera personale. Arinne è vittima di un sortilegio messo in atto da un druido malvagio, che le impedisce di vivere serena accanto all’uomo che ama. Le loro vite sono intrecciate dalla magia dell’illusione che ammanta con un velo di oscurità , ogni possibilità di realizzazione. 

Quali sfide devono affrontare le tre donne dal punto di vista emotivo, psicologico e esistenziale?

Le tre protagoniste devono sconfiggere i programmi stereotipati nelle loro menti, che comandano le loro vite interamente.  Devono oltrepassare il dolore, la rassegnazione,  devono sfidare le norme,  le consuetudini,  devono imparare l’arte di amare e rispettare se stesse, al punto di dire basta a situazioni che non le fanno stare bene. Devono distruggere le paure, i dubbi e le incertezze, gli unici mostri che tengono le persone ancorate in vite che non rispettano il sé superiore, il vero sé di ognuno di noi.

Quale arco temporale segue la trama e che tipo di atmosfera e ambientazione possono aspettarsi i lettori?

Il libro è diviso in tre archi temporali: moderno, 1700 d.c. e II secolo a.c. per il periodo celtico. Il lettore si trova davanti l’ambiente del Galles moderno, il 1700 inglese dei Lord e il misticismo dei popoli celti.

Quali tematiche esplori in questo libro?

 Ho affrontato tematiche storiche, con tutti i riferimenti alle figure mitologiche dei druidi e delle loro varie caste, delle dee e dei celtici. La tematica centrale è la donna, con la sua innata forza interiore, topica della “Dea Madre” , capace di amare, soffrire e sconfiggere ogni avversità reale o illusoria.

Quale messaggio vuoi trasmettere attraverso la storia di White Rose Hall: L’antenata?

Il messaggio che ho per i miei lettori è questo: liberatevi da ogni tipo di illusione,  dall’ologramna della realtà che avere sotto gli occhi,  dai suoi trigger. Dovete ricordare che la realtà non esiste, ma esiste solo ciò che scegliete di vedere.

Quale aspetto ritieni più originale e interessante di questo romanzo?

Penso che il lettore noti subito la struttura dei tre archi temporali e che ciò lo incuriosisca a leggere per inseguire il magico intreccio delle vite delle tre protagoniste. Poi la parte mitologica, perché avvolge di mistero l’intera storia. Infine, il destino comune di Leticia, Annabelle e Arinne penso che sia una spinta verso la lettura dell’intera storia.

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