Oggi la redazione di Uffici Stampa Nazionali ha il piacere di intervistare Giovanni Oro autore dell’originale saga di fantascienza militare Xipe composta dai tre volumi:
- Tra maschere e ombre
- I senza volto
- Rovine di polvere e fango
Come è nata e si è sviluppata l’idea per il ciclo Xipe?
In origine, e parliamo oramai di più di dieci anni fa, la storia era nata come una fanfiction di Guerre Stellari basata su una campagna di gioco di ruolo che stavo gestendo. Lentamente man mano che scrivevo ho iniziato ad aggiungere elementi originali, idee e situazioni che poco avevano a che fare sia con la campagna che con Guerre Stellari in generale, e così, ho ricominciato daccapo eliminando tutto ciò che era guerre stellari e iniziato a creare il mio universo. Da questa primo giro sono nati i due volumi pubblicati con il precedente editore “L’equinozio di Xipe” e “L’equinozio di Xipe i Senza Volto”. Ma in realtà non ero molto soddisfatto del risultato finale, e dopo essere passato in Delos, in realtà mentre stavo lavorando al numero sei, ho deciso di riorganizzare il tutto, in modo da rendere la storia più fruibile, nell’originale ad esempio i POV erano 16, una vera follia! E così li ho suddivisi in tre, riscrivendone gran parte, approfondendo il wordlbuilding e modificando alcuni personaggi in modo da renderli (almeno per me) migliori
Questa è una domanda complicata a cui rispondere, intanto perché non credo sia possibile definirla strettamente una trilogia, quanto un trittico, i tre libri corrono paralleli raccontando eventi che si svolgono nello stesso arco temporale ma in zone diverse, ne consegue che i personaggi di un libro sono assenti dagli altri due. In secondo luogo è difficile rispondere perché in ogni libri c’è più di un POV, e raccontarli tutti sarebbe complicato, ma se ne devo scegliere uno per libro, direi Alexandra Cross per “Tra Maschere e Ombre”, Karl Lehner in “Rovine di Polvere e Fango” e Valeria Antares in “ I senza Volto”.
Tre personaggi diversi ed anche complessi, Alexandra è una donna che ha appena subito un lutto gravissimo e si ritrova al comando di una nave stellare in una battaglia decisiva per le sorti della guerra, costretta ad affrontare le sue insicurezze in una situazione complicata. Lehner è al contrario uno dei pochi superstiti rimasti su Xipe, diventato partigiano anche contro i dettami della sua religione che imporrebbe la non violenza, disilluso e privo di speranza per una lotta che non sembra andare da nessuna parte, e infine Valeria, che ha abbandonato la sua cultura e che è in cerca di qualcosa di cui fare parte, una donna impulsiva, anche troppo, e anche estremamente complicata.
Quali tematiche esplori nelle tre opere e quali significati emergono da esse?
La tematica principale, è ovviamente quella della guerra, vista però tendenzialmente dal punto di vista dei soldati, le reazioni e le relazioni che una guerra, il combattimento stabilisce, a cui però si vanno a sommare altri temi, come il rapporto con la religione e la propaganda e di conseguenza tra verità e menzogna, i motivi che spingono le persone a combattere da una parte o dall’altra, la ricerca della sopravvivenza, e anche, in una certa parte del secondo libro una questione di genere. Si parla di amore e rapporti interpersonali, di potere e giustizia, insomma di molte cose che vari livelli si amalgamano a formare un quadro ampio e variegato.
In termini prettamente generici la si può definire come fantascienza militare o Space Opera, ma come detto su, non si tratta solo di combattimenti o di guerra, quanto più di ciò che vi gira attorno a livello umano.
Tra fantasia e ricerca: che tipo di lavoro hai dedicato alla creazione dei volumi?
Io sono laureato in Storia, ne consegue che la Storia, quella vera è la principale fonte di ispirazione, al momento della nuova riscrittura, quella che poi ha portato all’ultima edizione, ho preso molta più ispirazione dalla Prima Guerra mondiale, nella fattispecie dal 1918 ma anche dalla guerra del Vietnam, leggendo, in realtà rileggendo, sia saggi storici che romanzi, come Niente di Nuovo sul fronte occidentale, o il Fuoco, o anche poesie, diari o lettere, in modo da potere entrare in un certo tipo di pensiero. Dopodichè ho stilato la cronologia generale, di quattrocento e passa anni di storia fittizia, e dopo avere posto le basi ho delineato i passaggi della storia prima in termini generali e poi per singolo POV sui miei quaderni (faccio tutto a matita) per poi passare a scrivere la prima stesura.
Quindi ho rivisto le schede personaggi e del worldbuilding (ho otto faldoni di materiale preparatorio che spaziano dai personaggi alle medicine, passando per piante e animali e l’architettura dei vari pianeti) e quindi alla seconda stesura facendo le verifiche del caso. Solo dopo avere fatto una terza ho mandato il libro alla mia bravissima editor Livia Rocchi, e dopo di lei alla Delos da cui è stato comunque editato una seconda volta dal eccellente responsabile della collana Alex Coman
Esiste un filo conduttore che unisce il trittico e come è cambiata la tua scrittura nel corso dei tre volumi?
I tre libri sono pensati per essere in un certo qual modo leggibili singolarmente, cosa che avverrà anche per i volumi successivi. I personaggi di ogni volume hanno un arco narrativo e una loro storia che si conclude all’interno del volume, ma allo stesso tempo esiste una trama orizzontale che li unisce tutti, volendo fare un esempio, l’idea è come in una delle vecchie serie tv, con episodi a trama verticale che si concludono, ma fanno parte di un tessuto più ampio. Quanto alla seconda domanda, la risposta è difficile, visto che lavoro a ciclo continuo tra tutti i volumi, adattando rileggendo e sistemandoli fino a che non vanno all’editing, ma indubbiamente rispetto alla versione primigenia, il mio stile è migliorato, soprattutto per quello che riguarda la caratterizzazione psicologica dei personaggi e la profondità dell’ambiente.
I pareri di chi li ha letti sono stati quasi tutti positivi o molto positivi, tranne pochissime eccezioni su Amazon di cui almeno una mi ha lasciato molto perplesso. Anche le recensioni sono state sempre positive, e alcune mi hanno lasciato commosso, come quella di Tea C. Blanc ad esempio o altre che si trovano su instagram o nella pagina dei libri su Facebook. Tra le soddisfazioni maggiori direi il lavoro che abbiamo fatto con la mia metà Stefania, di realizzare i costumi e fare le fotografie dei libri, le due giornate che ho trascorso con alcuni amici che si sono lasciati trascinare nel mio mondo sono state indubbiamente impagabili.
A chi consiglieresti questa lettura e per quale motivo?
Consiglierei la lettura non solo a chi è appassionato alla fantascienza o alla narrazione di combattimenti futuristici, ma anche a chi è in cerca di una storia che faccia riflettere e magari generi alcune domande a cui cercare una risposta.