Il ritrovamento in archivio di una pergamena raffigurante la mappa dei sotterranei di un monastero seicentesco e l’inspiegabile sparizione dello storico chiamato ad esaminarla aprono gli scenari di una vicenda che, sin da subito, si rivela alquanto oscura. C’è un nesso tra i due avvenimenti? Si celano enigmi dietro il silenzio e la tranquillità di quel luogo? Nasconde qualcosa l’apparente austerità della badessa? Cosa c’entra l’antica Confraternita degli Alfieri? Questi ed altri gli interrogativi ai quali dovrà trovare risposta l’ispettore di Polizia incaricato delle indagini. Un delitto, un insieme di complessi personaggi e diversi colpi di scena, intrisi di mistero e velature romantiche, sopraggiungeranno ad animare il caso rendendolo sempre più intricato.
Come è nata la passione per il genere giallo e come ha sviluppato l’idea per Il caso del monastero?
La passione per questo genere è sorta in me da ragazzina quando, durante le estati, divoravo i Gialli Mondadori appassionandomi alle avventure della regina del giallo Agatha Christie e di altri detective, uno fra tutti Sherlock Holmes. La trama de Il caso del monastero è nata piano piano. Dopo la stesura del mio primo giallo ambientato in un castello, ho desiderato scrivere questo avente come scenario un monastero perché sono due luoghi che esercitano da sempre un forte fascino su di me.
Può parlarci dell’ambientazione e dell’atmosfera che i lettori possono aspettarsi dal libro?
Sicuramente un’atmosfera intrisa di mistero dove, grazie anche al luogo così ricco di storia religiosa e non solo, si dipana la vicenda che inizia col ritrovamento di una pergamena raffigurante la mappa dei sotterranei del monastero e prosegue con la sparizione dello storico consultato per esaminarla. Il tutto in un susseguirsi di eventi che coinvolgeranno i lettori, i quali potranno “indagare” in prima persona man mano che emergono i vari indizi…
Il romanzo presenta molti personaggi. Quale di essi ritiene di aver delineato meglio e trova più affascinante?
Beh, sono molto affezionata ad ognuno di loro essendo delle mie creature e perché quando scrivo mi piace fare un, diciamo così, esame introspettivo delle loro personalità. Sicuramente quello maggiormente delineato è l’Ispettore di Polizia che svolge le indagini in maniera molto accurata senza tralasciare nulla al caso. Altro personaggio assai carismatico è la badessa del monastero, che ha un che di austero e misterioso.
Come ha gestito il ritmo della narrazione per tenere il lettore sulle spine e quali elementi caratterizzano la sua scrittura?
La narrazione si svolge seguendo il metodo investigativo del suddetto Ispettore, il quale presta parecchia attenzione ai dettagli senza lasciarsi sfuggire nulla. In tal modo, come dicevo, anche il lettore può svolgere una specie di indagine parallela seguendo le varie tracce che faccio emergere durante la descrizione, tra un colpo di scena e l’altro! Sono molto attenta a documentarmi sui vari particolari che espongo e nel tracciare la “scena del crimine” condendola con attimi di suspense.
Quali tematiche ricorrono nella storia e cosa desidera comunicare attraverso di esse?
Gli archivi dei monasteri custodiscono grandi ricchezze culturali, quali pregiati documenti scritti a mano dai monaci amanuensi e le prime codificazioni scritte di diritto canonico, attraverso cui si tramanda il sapere sin dalla nascita del Monachesimo nell’anno Mille. È un argomento che conosco bene grazie ai miei studi giurisprudenziali di diritto ecclesiastico e canonico e così, benché non si tratti di un romanzo storico, proprio attraverso l’indagine all’interno di esso si può rievocare e tramandare la loro rilevanza storica.
Sempre seguendo l’iter investigativo si incontra anche una confraternita, e rispolvereremo così il ruolo che queste associazioni laicali svolgevano anticamente riguardo alle opere religiose. Altra tematica che emerge è quella della monacazione forzata che, come è noto, nel passato le figlie femmine di illustri famiglie nobili erano spesse volte costrette a subire. In tal modo, il romanzo offre anche uno spunto di riflessione su questa forma di imposizione, fungendo da monito per il futuro.
Definisca Il caso del monastero con tre aggettivi e a chi ne consiglierebbe la lettura?
Non devo essere io a definirlo ma i lettori, e perciò le rispondo con tre aggettivi con i quali spesso l’ho sentito definire proprio da chi lo ha letto: giallo avvincente, stile garbato, elegante. Il riscontro positivo del pubblico costituisce per me una grande soddisfazione personale e ogni volta mi emoziona parecchio. Ovviamente ne consiglierei la lettura a tutti gli appassionati di trame intricate e misteri da risolvere…
Qual è stata la sfida più grande che ha affrontato durante la stesura del romanzo?
Devo dire di non aver affrontato sfide particolari perché il processo di ricostruzione dell’indagine, indizio dopo indizio, mi ha coinvolto e appassionato notevolmente con una bella dose di adrenalina che mi ha accompagnato pagina dopo pagina durante tutta la stesura del libro.
Biografia dell’autrice
Caterina Marchesini è una scrittrice siciliana con all’attivo due romanzi gialli editi, Mistero al castello e Il caso del monastero.
Laureata in Giurisprudenza, inizia a scrivere racconti e versi sin da giovanissima: una passione che si fa sempre più forte dopo la maturità classica. Nel tempo, prende parte a varie iniziative culturali, tra cui l’esposizione delle sue opere a tre Saloni del Libro di Torino, e Concorsi Letterari, ricevendo gratificanti riconoscimenti sia per i suoi due libri (ad es. Il caso del monastero è stato insignito di recente di un Encomio d’Onore e un Premio della Critica) sia per le poesie con diverse Menzioni e Segnalazioni di Merito, così come si sono distinti e sono stati apprezzati dal pubblico alcuni suoi racconti inediti.