Recentemente, il Tribunale di Crotone ha nominato l’avvocato Francesco Mazza difensore d’ufficio in un procedimento penale a carico di un imputato, detenuto presso il carcere di Crotone. Durante la sua visita alla struttura detentiva, l’avvocato Mazza ha potuto constatare personalmente le condizioni critiche in cui versa il carcere. La situazione è allarmante e non è accettabile che le condizioni di detenzione siano così degradanti. Il problema principale è il sovraffollamento. Le celle, progettate per ospitare un numero limitato di detenuti, sono sovraccariche, costringendo i reclusi a vivere in spazi angusti e insalubri. Questo sovraffollamento crea un ambiente di stress costante, aumentando le tensioni tra i detenuti e rendendo difficile il mantenimento dell’ordine e della sicurezza. La struttura del carcere è disagiata e fatiscente, richiedendo urgentemente interventi di ristrutturazione. La fatiscenza dell’edificio rende difficile garantire condizioni dignitose di vita ai detenuti, aggravando ulteriormente il problema del sovraffollamento. La Costituzione italiana, all’articolo 27, sancisce che le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Tuttavia, le attuali condizioni del carcere di Crotone sono lontane da questi principi costituzionali. Nonostante le condizioni degradanti, l’avvocato Mazza ha riconosciuto l’impegno degli operatori penitenziari, che lavorano con dedizione nonostante le difficoltà oggettive. Questo impegno, tuttavia, non può compensare le gravi carenze strutturali e la necessità di un intervento immediato e risolutivo. La carenza di personale di Polizia Penitenziaria è un problema significativo. Questa mancanza va a frustrare il finalismo rieducativo della pena di cui all’articolo 27, comma terzo, della Costituzione, con la conseguente esigenza di incrementare le dotazioni di personale, anche specializzato. Un numero adeguato di personale è essenziale per gestire efficacemente una popolazione carceraria così numerosa e complessa. In carcere, ciò che già all’esterno rappresenta un disagio diventa un problema amplificato, specialmente dal punto di vista sanitario. Le condizioni sanitarie precarie possono mettere seriamente a rischio la salute dei detenuti. La mancanza di spazio adeguato può favorire la diffusione di malattie e rende difficile garantire un’assistenza sanitaria adeguata. Un altro aspetto allarmante riguarda la gestione dei detenuti con problemi psichiatrici. Questa categoria di detenuti richiede particolare attenzione e risorse adeguate. La mancanza di supporto psichiatrico adeguato non solo compromette il benessere dei detenuti affetti da disturbi mentali, ma può anche creare tensioni e difficoltà all’interno della comunità detentiva, aumentando il rischio di episodi violenti. È fondamentale ricordare che la Costituzione italiana sancisce che le pene devono tendere alla rieducazione del condannato. In questo contesto, l’articolo 35 ter della legge sull’ordinamento penitenziario (L. 26 luglio 1975, n. 354) prevede i “Rimedi risarcitori conseguenti alla violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali nei confronti di soggetti detenuti o internati.” Questo articolo è una tutela fondamentale per i detenuti, garantendo loro il diritto a condizioni di detenzione umane e dignitose. Un ulteriore passo avanti potrebbe essere rappresentato dal disegno di legge di conversione del d.l. n. 92/2024, conosciuto come “decreto carceri”, attualmente in esame alla Camera dopo l’approvazione del Senato. Secondo l’avvocato Mazza, questo disegno di legge può agevolare le uscite dal carcere. Occorre consentire a chi ha il diritto di uscire di trovare una soluzione al problema del domicilio. La questione del domicilio è infatti cruciale: molti detenuti non possono uscire semplicemente perché non hanno un luogo dove andare. Risolvere questo problema contribuirebbe anche a ridurre il sovraffollamento nelle carceri, migliorando complessivamente le condizioni di detenzione. Inoltre, il decreto carceri potrebbe prevedere misure alternative alla detenzione per reati minori, decongestionando le strutture e permettendo una gestione più efficace delle risorse disponibili. È imperativo agire rapidamente per ristrutturare il carcere di Crotone e migliorare le condizioni di vita dei detenuti. L’avvocato Mazza sottolinea che dobbiamo sempre tenere a mente i principi fondamentali della Costituzione italiana e lavorare per un sistema penitenziario che rispetti la dignità umana e favorisca la rieducazione dei condannati. Solo così potremo garantire un vero progresso sociale e un rispetto autentico dei diritti umani. La situazione attuale richiede interventi strutturali immediati, un incremento del personale penitenziario e misure legislative adeguate per affrontare il problema del sovraffollamento e garantire condizioni di detenzione dignitose e umane.