Clima: nove città italiane corrono verso la neutralità climatica al 2030, il punto dell’ASviS

Roma, 30 luglio 2024 – Le strategie e i programmi per ridurre le emissioni climalteranti delle nove
città italiane che partecipano alla missione dell’Unione Europea per diventare carbon neutral entro
il 2030 (Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino) sono al centro di
un nuovo Quaderno presentato oggi dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS). Il
documento contiene un’analisi dettagliata dei Climate City Contract, i documenti con cui ciascuna
città presenta alla Commissione europea gli impegni strategici, i piani d’azione e i relativi
investimenti per raggiungere l’ambizioso obiettivo di ridurre di almeno l’80% le emissioni
climalteranti entro il 2030, adottando innovazioni che coinvolgono ogni ambito della vita nelle aree
urbane tra cui mobilità, infrastrutture, riscaldamento degli edifici, ciclo dei rifiuti, gestione delle
risorse idriche e del verde.
Intitolato “I Climate City Contract delle nove città italiane della missione Ue sulla neutralità climatica
entro il 2030”, il Quaderno è realizzato del sottogruppo “Politiche climatiche” del Gruppo di Lavoro
sul Goal 11 “Città e comunità sostenibili” dell’ASviS, con il contributo delle nove città italiane
coinvolte nella “100 Climate-Neutral and Smart Cities by 2030”. Due delle nove città italiane
coinvolte nella Missione, Firenze e Parma, hanno già visto l’approvazione del proprio Climate City
Contract da parte della Commissione europea. Cinque città, Bergamo, Bologna, Milano, Prato e
Torino, sono in attesa dell’approvazione e altre due, Padova e Roma, devono ancora completarlo e
presentarlo.
“Le città sono ecosistemi complessi che allo stesso tempo influenzano e subiscono le dinamiche
climatiche attraverso i sistemi dell’abitare, della mobilità, della produzione e consumo di energia e
della gestione dei rifiuti – dichiara il direttore scientifico dell’ASviS, Enrico Giovannini. – Come
emerge dal Quaderno ASviS, il percorso verso la neutralità è difficile ma possibile, prendendo
esempio dalle nove città analizzate, dove le emissioni sono già diminuite in modo significativo
rispetto al 2015. Vi sono però ancora molte barriere, sia di carattere sia normativo sia culturale,
come per esempio quelle che frenano la riqualificazione energetica degli edifici, la possibilità di
produrre energie rinnovabili su scala locale, l’elettrificazione dei trasporti, il passaggio a forme di
mobilità sostenibile. Per superarle occorre aumentare la disponibilità di risorse, pubbliche e private.
Per questo, per accelerare il percorso di decarbonizzazione delle città italiane bisogna rafforzare la
collaborazione a livello politico e istituzionale, su scala locale, regionale, nazionale ed europea, e
coinvolgere in maniera strutturale le imprese e la società”.
I Climate City Contract sono documenti sottoscritti con la Commissione europea non solo dai
Comuni coinvolti nell’iniziativa, ma anche da numerosi stakeholder pubblici e privati, che si
impegnano a raggiungere gli obiettivi concordati. L’esperienza dei contratti climatici delle nove
città analizzate è replicabile anche in altre aree urbane, in particolare in quelle che gravitano intorno
ai Comuni capoluogo di Provincia, dove sono concentrate le maggiori fonti di emissioni climalteranti
di tutto il Paese. Con adeguate politiche nazionali, rilanciate a livello europeo grazie alla
prosecuzione del Green Deal annunciata dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen
nel suo discorso programmatico, le città saranno supportate e potranno dare un contributo
determinante per raggiungere gli obiettivi nazionali in materia a partire da due settori fondamentali:
gli edifici green e la decarbonizzazione dei trasporti.
La Missione dell’Unione europea “100 Climate-Neutral and Smart Cities by 2030” è un progetto di
accelerazione verso la neutralità climatica che prevede un approccio sistemico al cambiamento,
basato sull’impegno coordinato di tutti gli attori della società, coinvolti nella definizione e nella
realizzazione di una strategia che tramite diversi progetti permette di affrontare e rimuovere,
contemporaneamente, barriere tecniche e tecnologiche, socioculturali, normative e di governance.
Il Quaderno, insieme alla presentazione dei moderatori del Sottogruppo sulle Politiche climatiche
del Gruppo di lavoro ASviS sul Goal 11 “Città e comunità sostenibili”, Giovanni Fini (dirigente settore
Tutella dell’ambiente e del territorio del Comune di Cesena, di Urban@it) e Daniela Luise (Direttrice
del Coordinamento Agende 21 locali italiane), contiene interventi di Francesca Rizzo (Net Zero
Cities) e Anna Lisa Boni (Assessora del Comune di Bologna) che coordina le nove città, le cui
esperienze sono state curate dai politici e dai tecnici coinvolti nei progetti: per Bergamo, Stefano
Zenoni (assessore all’Ambiente e alla mobilità del Comune di Bergamo dal 2019 al 2024); per
Bologna, Chiara Cervigni (settore Transizione ecologica e Ufficio clima del Comune di Bologna) e
Claudio Savoia (direttore del settore Transizione ecologica e Ufficio clima del Comune di Bologna);
per Firenze, Alessandra Barbieri (dirigente servizio Ricerca finanziamenti e PON Metro presso la
Direzione generale, coordinamento Climate task force del Comune di Firenze); per Milano, Rossana
Torri (responsabile della Missione “100 Climate neutral and smart cities by 2030” del Comune di
Milano), Ilaria Giuliani (direttrice direzione di progetto Resilenza urbana – Chief relience officer del
Comune di Milano) e Manuela Ojan (dirigente dell’Area transizione ambientale dell’Agenzia
Mobilità, ambiente e territorio di Milano); per Padova, Giulia Canilli (esperta di Progetti europei
presso il Comune di Padova) e Giovanni Vicentini (funzionario Tecnico ambientale presso il Comune
di Padova); per Parma, Gianluca Borghi (assessore alla Sostenibilità ambientale, energetica e alla
mobilità del Comune di Parma); per Prato, Valerio Barberis (assessore all’Urbanistica, ambiente ed
economia circolare del Comune di Prato dal 2019 al 2024); per Roma, Edoardo Zanchini (direttore
dell’Ufficio clima di Roma capitale); per Torino, Mirella Iacono (funzionaria dell’Area ambiente,
qualità della vita e valutazioni ambientali del Comune di Torino).

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