I protagonisti della serie, Roberta Burigana e Nicola Di Stefano, formano una coppia investigativa impeccabile. Roberta, sostituto procuratore dal carattere brillante e intuitivo, e Nicola, commissario capo determinato e pragmatico, sono figure solidamente delineate che conducono il lettore attraverso le coinvolgenti trame autoconclusive dei tre libri. Tuttavia, ciò che davvero rende questa trilogia unica è la squadra di investigatori “non ufficiali”: i Segugi. Questi investigatori improvvisati portano un’energia nuova e originale alle vicende, contribuendo in modo fondamentale alle indagini ufficiali.
I Segugi, infatti, sono un trio tanto bizzarro quanto geniale: Agata Cristiani, maître profumière e proprietaria del B&B “L’Essenza” dove tutti i protagonisti convivono, Fabrizio Brambilla, un architetto milanese dalla mente pratica e creativa, e Giacomo Tiresia, psichiatra romano dotato di un’incredibile capacità intuitiva. Questo gruppo atipico, affiancato dall’inseparabile cagnolone Fracas, non solo porta avanti l’indagine, ma aggiunge una dimensione comica e brillante che stempera i momenti di tensione tipici del giallo, creando un contrasto vivace e intrigante. Le loro interazioni sono cariche di humor e intelligenza, e i loro metodi di indagine fuori dagli schemi riescono a sorprendere e divertire il lettore, senza mai far calare l’attenzione sulla risoluzione dei casi.
La scrittura della Bossi è fluida, brillante e ricca di sfumature, il che rende i suoi libri accessibili e piacevoli da leggere, anche per chi non è solito approcciarsi al genere giallo. Pur trattandosi di storie poliziesche, la narrazione non si appesantisce mai, grazie a una prosa leggera e dinamica che mantiene un ritmo avvincente. Anche i momenti di maggiore tensione sono bilanciati da interazioni frizzanti tra i personaggi e dialoghi ironici e arguti che alleggeriscono l’atmosfera.
Un altro elemento che contribuisce a rendere questa trilogia così speciale è l’ambientazione nel B&B “L’Essenza”, che non è solo uno sfondo alle vicende, ma un vero e proprio protagonista della storia. Questo luogo accogliente e avvolto da fragranze paradisiache diventa il centro nevralgico delle relazioni tra i personaggi e delle loro riflessioni sui crimini da risolvere. Il mondo dei profumi, sapientemente descritto dall’autrice, non è solo un dettaglio estetico, ma un vero e proprio strumento narrativo che arricchisce l’esperienza di lettura. Ogni profumo porta con sé una storia, un ricordo o un indizio, e questa fusione tra l’arte del profumo e l’indagine investigativa è uno degli aspetti più originali della serie Delitti e profumi.
La capacità di Raffaella Bossi di intrecciare in modo così armonioso il mondo dei profumi con quello delle indagini criminali conferisce alla trilogia un carattere unico. Ogni fragranza evoca sensazioni e memorie, e spesso si rivela fondamentale per la risoluzione dei misteri. Questo universo olfattivo, così vivido e presente rende l’esperienza di lettura multisensoriale e profondamente coinvolgente. Il lettore non è solo spettatore delle vicende, ma è immerso in un mondo fatto di odori, colori e suoni che lo avvolgono completamente.
Intervista all’autrice
La connessione tra profumi e delitti è un tema centrale nella trilogia. Da dove nasce questa idea? Hai una passione particolare per il mondo delle fragranze?
È una domanda ricorrente, ma non ho una risposta precisa. Un giorno ho scritto: “Ci sono mestieri e mestieri. Alcuni richiedono manualità, altri una laurea, altri ancora una competenza specifica: nel suo ci voleva naso.” Così è nata Agata Cristiani, maître parfumeur. Forse perché amo i profumi, pur non essendo un maître parfumeur ho un buon naso e un’ottima memoria olfattiva. Ho un profumo per ogni stagione e ogni stato d’animo, a volte solo odorarli mi fa cambiare l’umore. Sempre in meglio, ça va sans dire.
I personaggi dei tre volumi sono molto distinti e ben caratterizzati: presentaci i protagonisti e come hai sviluppato la loro personalità? C’è qualcuno nella realtà a cui ti sei ispirata?
Per due sì. L’architetto Fabrizio Brambilla è molto simile a un caro amico, anche lui architetto di professione, una personalità esuberante, un vulcano sempre sul punto di eruttare. La viceispettrice Michaela Cattaneo condivide con mia cugina dreadlocks e l’animo da figlia dei fiori. Per gli altri, c’è qualcosa di reale, ma molto d’inventato. La PM Roberta Burigana ha lo stesso nome di una mia carissima amica che però è una donna dolcissima e diplomatica, a differenza della mia giudice. Per gli altri mi sono ispirata alle loro origini per caratterizzarli: Coppola è napoletano, allegro e chiassoso; Tiresia è romano, rilassato e spiritoso; Di Stefano, siciliano, è geloso e rispettoso.
Parlaci dell’ambientazione che hai scelto e del paradisiaco B&B L’essenza
La serie Delitti e profumi è ambientata a Varese, mia città natale, di cui non avevo mai scritto, preferendole sempre ambientazioni più esotiche. Tuttavia, in un giallo con commissario e PM ci voleva una città con questura e tribunale, per cui mi sono detta: e perché non Varese di cui conosco molto bene pregi e difetti? In più Varese, ai principi del ‘900, è stata la capitale del Liberty e di Ville Carlotta, il nome originale della casa dove ora c’è il B&B l’Essenza, ce ne sono molte. E chi non vorrebbe soggiornare in una villa d’epoca con un parco incantevole?
Qual è stata la sfida più grande che hai incontrato nel creare una serie di “gialli”?
I primi capitoli di In fragranza di reato, il primo della serie, sono rimasti per qualche anno nel mio computer. Ogni volta che aprivo il file avevo un blocco che m’impediva di continuare a scrivere. Fino a quel momento avevo scritto spy story, avventure, thriller storici e commedie, pensavo che il giallo fosse un genere in cui non mi sarei mai cimentata. Poi li ho fatti leggere a una cara amica, anche lei scrittrice, e lei mi disse: Bellissimi, ma adesso voglio leggere come va a finire. Era la spinta che mi serviva, perché l’ho terminato e quando è stato pubblicato è iniziata l’avventura di Delitti e profumi che mi sta dando enormi soddisfazioni. Forse è proprio vero che le cose migliori si trovano oltre le nostre paure.
L’umorismo e la leggerezza contraddistinguono le tue opere: cosa rappresentano per te la scrittura e la lettura da questo punto di vista? E come sei riuscita a conciliare questo aspetto con il genere giallo?
Sia scrittura che lettura sono il rifugio dove il mondo gira secondo le mie regole e la parola d’ordine è leggerezza, che non è sinonimo di superficialità. Significa passare sulle le brutture e i problemi della vita e passare oltre, verso un futuro che dobbiamo sperare migliore. Io sono un’ottimista per natura, riesco quasi sempre a ridere delle mie disavventure e a trovare il lato comico nella vita quotidiana. Concilio il giallo con la leggerezza mostrando la vita non professionale dei personaggi, quando abbandonano i ruoli istituzionali e sono semplicemente persone, che fanno la spesa, mangiano e si relazionano con gli amici.
C’è un messaggio o un tema ricorrente che permea la serie “Delitti e profumi”?
La giustizia trionfa sempre, poiché nella realtà non sempre è così, ne faccio un questione di principio. Da lettrice non amo quei libri che mi lasciano l’amaro in bocca, non mi piace credere che il male possa prevalere sul bene, così quando scrivo questa è la mia regola: lieto fine, che in un giallo si traduce come l’arresto del colpevole.
Molto presente è anche il tema dell’amicizia fra i personaggi, quale idea emerge dai tuoi libri?
Gli amici sono spesso persone completamente diverse da noi, come gli inquilini dell’Essenza, che nonostante non abbiano legami familiari diventano una vera e propria famiglia, dove c’è rispetto, affetto e stima reciproca. Per me gli amici sono quelle persone che pur conoscendo tutti i tuoi difetti scelgono di vedere solo i tuoi pregi, sono quelli che quando sei polverizzato dalla vita ti raccolgono col cucchiaino e ti ridanno una forma umana.
Hai un metodo particolare per costruire gli intrecci e i colpi di scena o lasci che la storia si sviluppi da sé man mano che scrivi?
Non pianifico mai a tavolino. Mi viene un’idea e inizio a scrivere, lasciandomi guidare dalla fantasia. Ho provato a stabilire in anticipo il colpevole, ma finisco sempre per cambiare idea più volte durante la scrittura. Forse è per questo che mi dicono spesso: “Non ho capito chi fosse fino alle ultime pagine.” Neanch’io lo so, a volte!
Ci sarà un seguito di “Delitti e profumi”? Pensi di esplorare nuove strade e generi nei tuoi prossimi lavori?
Sì, Delitti e profumi continuerà. Il 5 novembre uscirà In fragranza di shopping, il quarto volume della serie. Il quinto è già scritto e sto lavorando al sesto. Continuerò finché io e i lettori ci divertiremo con le avventure degli inquilini dell’Essenza. Quanto a nuovi generi, vedremo… dovrò consultarmi con la mia fantasia, è lei che comanda!
Biografia dell’autrice
Raffaella Bossi legge moltissimo, scrive tanto e, se fa altro, pensa al prossimo capitolo. Trasforma le proprie conoscenze in personaggi, a volte capita che li uccida. Viaggia per non rimanere a corto di ambientazioni. È una donna fedele, ma solo al marito, mai ai generi letterari: è passata dal romanzo storico, al thriller politico, all’avventura, ma commedia, umorismo e satira sono i suoi cavalli di battaglia. Al momento scrive cozy mystery che divertono lei e anche i suoi lettori. Il suo entourage di fiducia sono tre boxer.