Roma – Nel periodo gennaio-settembre 2024 le entrate tributarie erariali accertate in base al criterio di competenza giuridica ammontano a 418.555 milioni di euro milioni di euro: + 25.465 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2023 (+6,5%). Le imposte dirette segnano un aumento di 18.622 milioni di euro mentre le indirette registrano un incremento di 6.843 milioni di euro.
Il gettito del solo mese di settembre è stato pari a 38.215 milioni di euro, +2.124 milioni di euro sul risultato dello scorso anno (+5,9%). Anche in questo caso il dato positivo riguarda sia le imposte dirette (+1.716 milioni di euro, +8,7%) che le indirette (+408 milioni di euro, +2,5%).
L’incremento delle imposte dirette deriva soprattutto – precisa la Nota tecnica – dalla dinamica favorevole del gettito dell’Irpef e dell’imposta sostitutiva sui redditi e dalle ritenute sugli interessi e altri redditi di capitale.
L’imposta sul reddito delle persone fisiche, infatti, mostra un aumento di 12.043 milioni di euro (+7,4%). A trainare, in primo luogo, tutte le tipologie di ritenute: le ritenute sui redditi dei dipendenti del settore privato (+6.258 milioni di euro, +8,9%), le ritenute sui redditi dei dipendenti del settore pubblico (+5.099 milioni di euro, +7,8%) e le ritenute sui redditi di lavoro autonomo (+862 milioni di euro, +8,7%).
I tecnici del Mef spiegano che l’incremento delle ritenute sui redditi da lavoro dipendente è frutto dell’effetto combinato dell’aumento del numero di occupati e dell’aumento delle retribuzioni medie.
Dalla pubblicazione Istat “Occupati e disoccupati” emerge che il numero di occupati in Italia a settembre 2024 è maggiore rispetto a quello del corrispondente mese del 2023 dell’1,3%, mentre lo studio dell’Istituto “Contratti collettivi e retribuzioni contrattuali” indica che a settembre 2024, la retribuzione per dipendente privato è cresciuta del 4,3% annuo, e quella per dipendente della Pubblica amministrazione dell’1,6 per cento.
Scendono, invece, i versamenti in autoliquidazione che perdono 451 milioni di euro (-3,3%) rispetto allo stesso periodo del 2023.
Rispetto al 2023 guadagnano punti anche l’imposta sostitutiva sui redditi e le ritenute sugli interessi e altri redditi di capitale che mostrano un aumento pari a 5.837 milioni di euro (+74,3%). Il dato riflette, in particolare, l’incremento dei versamenti a saldo, effettuati a febbraio e relativi al 2023, delle ritenute su interessi e premi corrisposti da istituti di credito (+3.207 milioni di euro, +295,8%).
La Nota tecnica precisa che il trend positivo è legato alla dinamica dei tassi di interesse “passivi” applicati dalle banche che, per i primi mesi del 2024, risultano in rialzo soprattutto in relazione alla remunerazione della raccolta di nuovi capitali, mentre la dinamica dei conti correnti resta sostanzialmente stabile o in leggera salita (a maggio 2024). L’analisi statistica evidenzia poi, che la raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) è risultata a maggio 2024 in aumento su base annua, proseguendo la dinamica positiva registrata da inizio anno. A evidenziarlo il bollettino mensile dell’Abi relativo a giugno 2024.
Avanza anche l’Ires: che porta all’Erario 3.028 milioni di euro in più rispetto ai primi nove mesi dello scorso anno (+10,2%), Tendenza contrario, invece, per l’imposta sostitutiva sulla rivalutazione Tfr versata dai sostituti d’imposta (-1.119 milioni di euro, -96,4%). In tal caso è opportuno considerare che il versamento a saldo, per il 2023, è strettamente connesso all’inflazione registrata nel in tale anno. Ricordiamo, infatti, che la rivalutazione del Tfr, è calcolata sulla base di un coefficiente determinato dall’Istat sull’aumento dei prezzi al consumo registrato nel corso dell’anno rispetto all’anno precedente.
Nello specifico, il sistema prevede che la rivalutazione sia pari al 75% del tasso d’inflazione maggiorato di una componente fissa dell’1,5 per cento. Quindi, il fatto che, su base annua, l’inflazione 2023 si sia attestata al 5,7% (rispetto al 8,1% del 2022) spiega la contrazione delle entrate derivanti dall’imposta sostitutiva sul Tfr. Detto ciò, il dipartimento precisa che, in definitiva, il coefficiente annuo di rivalutazione è ridotto dal 9,97% di fine 2022 all’1,94% di fine 2023.
Infine, per chiudere con le imposte dirette, la Nota evidenzia che le ritenute sugli utili distribuiti dalle persone giuridiche hanno registrato un aumento del gettito pari a 935 milioni di euro (+25,2%).
Come anticipato, risultano in crescita anche le imposte indirette, il cui gettito, nel periodo gennaio-settembre 2024, ha mostrato un incremento pari a 6.843 milioni di euro (+4,0%).
Nello specifico, le entrate da Iva aumentano per un ammontare pari a 5.123 milioni di euro (+4,3%): la componente relativa agli scambi interni è cresciuta di 5.432 milioni di euro (+5,2%), mentre le entrate del prelievo dell’imposta sulle importazioni hanno segnato una diminuzione di 309 milioni di euro (-2,2%).
Dalla lettura dei risultati emerge che l’andamento settoriale del gettito dell’Iva sugli scambi interni cresce del 4% rispetto allo stesso periodo del 2023. L’analisi settoriale depura il gettito dell’Iva da quello derivante dallo split payment, che rappresenta una componente indistinta dell’imposta sugli scambi interni e, quindi, non imputabile ai singoli settori di attività economica. In salita anche servizi privati (+6,4%%) e industria (+4,1%), in perdita, invece, il commercio, che ha mostrato una lieve diminuzione (-1,6%).
L’analisi effettuata tramite scomposizione dell’Iva sugli scambi interni per natura giuridica, fa registrare che il 76,4% del gettito è versato dalle società di capitale e di questo il 40,4% dalle società a responsabilità limitata. L’8,6% è versato dalle persone e il 6,4% dalle società di persone.
Aumentano le entrate delle altre imposte altre imposte indirette: l’imposta di bollo guadagna +1.912 milioni di euro (+37,4%), l’imposta di registro 177 milioni di euro (+4,5%) e l’imposta sulle assicurazioni 202 milioni di euro (+50,6%).
Dinamica positiva anche per l’accisa sui prodotti energetici, loro derivati e prodotti analoghi (+478 milioni di euro, +2,7%).
In particolare, l’andamento in salita dell’imposta di bollo si deve al versamento, effettuato, in modalità virtuale, da determinati soggetti (Poste, banche, società di intermediazione finanziaria e mobiliare), per i quali è previsto lo spostamento a febbraio del termine di presentazione della dichiarazione annuale relativa agli atti e documenti emessi nell’anno precedente (articolo15-bis del Dpr n. 642/1972).Tale dichiarazione rappresenta la base di calcolo per i successivi versamenti che dovranno essere effettuati ad aprile e, in particolare, dell’acconto per l’anno in corso e della prima rata bimestrale sulla quale verrà altresì imputata la differenza a debito o a credito derivante dalla liquidazione definitiva dell’imposta dovuta per il 2023.