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omicidi

L’omicidio consiste nella soppressione di una vita umana per opera di un altro essere umano. L’omicida può provocare la morte altrui in uno qualunque degli infiniti modi possibili (reato a forma libera), anche per omissione, ma in ogni caso la sua azione o inazione sono volontarie. Questa volontà generica non va confusa con il dolo ed è presente anche nell’omicidio colposo e preterintenzionale, in quanto volontà di compiere l’azione che determina la morte altrui (ad esempio superare i limiti di velocità, finendo poi accidentalmente per travolgere e uccidere un pedone). Si avrà omicidio volontario solo quando l’omicida, per mezzo della sua azione o omissione volontaria, intende proprio causare la morte della vittima. L’omicidio volontario può essere premeditato. In lingua italiana, il termine assassinio è talora inteso come sinonimo di omicidio; per alcuni lessicografi tuttavia esso indica il solo omicidio proditorio, o motivato dall’odio, o dalla vendetta, o da scopi di rapina; si riferisce quindi al solo omicidio volontario. L’omicidio è una pratica condannata socialmente e punita come reato da tutte le legislazioni storiche. Nessuna società ha però mai assicurato una tutela assoluta e incondizionata alla vita umana, vietandone la soppressione in ogni caso. Ad esempio, praticamente tutte le società ammettono l’uccisione del nemico in guerra; la generalità degli ordinamenti del passato e alcuni ordinamenti contemporanei ammettono la soppressione della vita umana come sanzione penale (pena di morte); certe società, inoltre, praticavano il sacrificio rituale di esseri umani alla divinità. Anche le società più evolute considerano poi lecita l’uccisione della persona umana in presenza di circostanze in grado di giustificarla. Alcune di queste circostanze (scriminanti), come la legittima difesa, appaiono del tutto morali e persino conformi ai dettami religiosi; altre, come lo stato di necessità possono essere invece del tutto amorali o in certi casi persino immorali. Assumono denominazioni specifiche l’omicidio del padre (patricidio), della madre (matricidio), del coniuge (uxoricidio), di bambini (infanticidio), del fratello o sorella (fratricidio), del sovrano (regicidio).

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